di Rina Di Giorgio Cavaliere
E’ possibile apprendere la realtà odierna del panorama musicale e il suo ruolo nella comunicazione di massa, basandosi anche sul Festival di Sanremo, rilevante manifestazione canora della Rai seguita da milioni di persone nel mondo. E’ preceduta dal notiziario televisivo PrimaFestival e conclusa dal DopoFestival, per commentare con ospiti e cantanti tutte le fasi dell’evento. La prima edizione ci riporta all’anno 1951, al secondo dopoguerra, quando la musica leggera divenne un fenomeno di costume contemporaneamente alla diffusione della radio, televisione, hi-fi e stampa specializzata. Il successo era assicurato da un’intensa opera di pubblicizzazione con messaggi audio-scripto-visuali rivolti a tutti, opportunamente modulati nei tempi e nelle strategie di mercato; connessi a quella profonda trasformazione socio economica dell’Italia, che da paese prevalentemente agricolo era divenuta potenza industriale. Tale fenomeno storico suggerisce una pluralità di approfondimenti: l’esodo dalle campagne, la città moderna con i suoi problemi urbanistici e ambientali, l’inquinamento acustico/atmosferico e il divario fra il Nord e il Mezzogiorno, ancora irrisolto. Da sottolineare, inoltre, il ruolo degli Stati Uniti nella politica mondiale e la conseguente diffusione della lingua inglese con il predominio della canzone anglo-americana. In più le innovazioni tecnologiche e i loro riflessi nell’evoluzione stilistica della musica: dalla chitarra elettrica al sintetizzatore, al computer. Esiste oggi un’interazione fra il linguaggio musicale, visuale e verbale nella pubblicità, nel cinema e in tutte le applicazioni dell’imperante multimedialità; certamente non in linea con la cultura della sobrietà, dello sviluppo sostenibile, dell’ecologia visibile che in musica si potrebbe tradurre in cultura dell’ascolto pulito, come dice R. Murray Schafer nel testo “Il paesaggio sonoro”. La nostra società dell’inquinamento acustico e visivo trarrebbe beneficio dalla dimensione del silenzio: combinare i generi musicali alle toniche ambientali o produrre quadri sonori. Molte forme musicali nel tempo sono state determinate dalle toniche ambientali. Nel ‘700 il ritmo degli zoccoli dei cavalli ha fornito lo spunto ad alcune forme di “ostinato” o alla nascita del “basso albertino”. La ferrovia ha influenzato lo sviluppo della musica jazz, il fruscio delle sottane è entrato nel ternario dei Valzer di Strauss, mentre negli anni ottanta il rumore delle metropoli è divenuto la musica dei “rave party”.
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