28/01/2019
LU NGAPPASÓRGE
di MaestroCastello

Smanettando sul web mi è capitata l'immagine di una trappola per topi che a Sant'Agata chiamiamo " ngappasórge ".
Quad'ero ragazzino era cosa normale avere in casa nu ngappasórge. Ricordo che ogni tanto sentivamo una donna, armata di scopa, gridare per strada: " Se t'acchiàppe te fazze a petàzze"; ce l'aveva con un topo che era comparso in casa e lei stava rincorrendo inutilmente.
A quei tempi non c'era abbastanza da mangiare per le persone, figuriamoci per un topo che girava in casa in cerca di cibo.
Molte famiglie avevano il gatto che entrava ed usciva liberamente nelle case attraverso lu hattère, un buco di accesso a lato della porta d'ingresso e lì i topi non accostavano.
Chi non aveva il gatto, si comprava una trappola per topi, lu ngappasórge, per l'appunto; o se la faceva costruire dal falegname.
A proposito re ngappasórge, mio padre raccontava una cosa da ridere.
Una coppia che si doveva sposare, s'era fatto costruire tutto il mobilio dal falegname , come d'uso a quei tempi, ed aveva pattuito anche nu ngappasórge che doveva essere in regalo, dopo tutta quella spesa; echécacchie!
Il mobilio era arrivato, i giovani erano sposi già da parecchi mesi; ma re lu ngappasórge, manche la puzza. Fu così che il marito, novello sposo, incontrando il falegname in piazza, gli fece:
- Maste Vecié, quanne me lu fèje avé quìre ngappasórge?
E mastro Vincenzo, senza alcuno imbarazzo:
- Gésù.... se numme puórte lu sórge; cóme piglie la mesùra?
Era una buona scusa per ovviare alla mancata parola.
Si fecero tutt'e due una bella risata.
Quel fatto lo racconto ancora adesso, forse per ricordare mio padre Donato e la vena gioiosa che lo caratterizzava.
BÒNA JURNÈTA!
(giovanni)