Dall'Italia  Tue, 16 Jul 2024 11:31 La spettacolare eruzione dell'Etna vista da Bronte e Ragalna - Intorno alle 22 di lunedì 15 luglio è cominciata una nuova attività lungo le pendici dell'Etna. Una fontana di lava ha iniziato a fuoriuscire dal Cratere Voragine e ha prodotto una colonna eruttiva alta circa 6000 m s.l.m. che si è propagata in direzione Est con segnalazione di ricaduta di cenere negli abitati di Viagrande e Acicastello. 
?La fontana di lava del cratere Voragine si è gradualmente esaurita per poi cessare intorno alle 2.10 mantenendo una modesta attività stromboliana sino alle 5. 
Dal punto di vista sismico, l'ampiezza media del tremore vulcanico, dopo aver raggiunto i valori massimi tra le 21:40 e l'1 ha quindi mostrato un trend in decremento e alle 5:30 ha raggiunto l'intervallo dei valori medi. Le sorgenti del tremore sono confinate nell'area dei crateri sommitali a una elevazione di circa 3 mila metri. 
    Tue, 16 Jul 2024 09:19 Il primo giorno di Vannacci a Strasburgo, il "giallo" del trolley e poi semina tutti - Con il supertrolley avanti e indietro per i corridoi di Strasburgo. Dietro, il codazzo degli euro-Patrioti e dei giornalisti. Il primo giorno del generale Vannacci in Parlamento dura un’ora. In ritardo per il traffico, a ritirare il badge non si presenta: al suo posto manda un collaboratore. Alla riunione dove si doveva discutere della sua vicepresidenza non gradita ai francesi, entra ed esce dopo appena cinque minuti. Nuova corsa veloce e via verso la riunione del gruppo, un giornalista gli urta il trolley: «Vuole rubarmelo? I francesi non hanno letto il mio libro ma adesso arriva anche la versione nella loro lingua». S’infila dentro la sala scelta dai Patrioti per l’Europa proferendo: «Passo indietro? Solo i bersaglieri non ne fanno». La riunione finisce, il trolley esce senza Vannacci, in mano a un collaboratore: il generale ha seminato il codazzo ed è sparito.    Mon, 15 Jul 2024 23:10 Crisi idrica in Sicilia, la siccità prosciuga anche il lago Fanaco: è il terzo dopo Pergusa e Ogliastro - Il mix di siccità, carenza di acqua e temperature alte in Sicilia sta assumendo l'aspetto di una crisi gravissima che incide sulla vita quotidiana di milioni di persone. La grande siccità che dura da oltre un anno ha portato alla scomparsa di un altro invaso, il lago artificiale Fanaco

Si trova nel territorio comunale di Castronovo di Sicilia, nel Palermitano. Dopo la scomparsa del millenario lago di Pergusa (nell'Ennese) -unico lago naturale- si assiste al prosciugamento del lago artificiale dell'Ogliastro (tra l'area Ennese e quella Catanese) ed a quello del Fanaco- il che accentua la crisi idrica-. 

Prosciugati anche tratti del più grande fiume siciliano, il Simeto. Per comprendere bene quello che sta avvenendo in Sicilia, occorre porre mente ai nuovi dati del report dell’Autorità di Bacino del Distretto idrografico regionale. Negli invasi isolani i milioni di metri cubi davvero utilizzabili -su un totale attuale di 267 milioni - sono solo 121 milioni. Ben 33 milioni di litri in meno rispetto al mese precedente, in percentuale si tratta di un meno 21%

Se si fa il parallelismo con il mese di giugno dell'anno precedente (già in piena siccità) la diminuizione sale al 50%. In totale in un anno in tutti gli invasi isolani si è avuta una perdita di 261 milioni di metri cubi. Altro dato da record in negativo. Vi sono invasi nel Palermitano che fanno toccare il 96% in meno rispetto all'anno precedente, nell'Ennese e nel Messinese vi sono punte dell'80% in meno. Danni enormi per la natura, per l'ambiente, per l'agricoltura, per gli animali. Secondo alcune stime, solo nel comparto agricolo si rischia di raggiungere i due miliardi e mezzo di euro di danni entro fine anno se non viene invertita la rotta.

Disagi crescenti anche per le persone. Infatti accanto alla grande carenza di acqua irrigua vi è una crescente carenza di acqua potabile, a macchia di leopardo, in diverse province dell'Isola. In parecchi comuni vi è stato o vi è il razionamento dell'acqua potabile. E' probabilmente la siccità più grave in Sicilia dell'ultimo secolo, ed è sicuramente tra le più gravi allo stato attuale d'Europa. Molti agricoltori, imprenditori e cittadini si sentono abbandonati. Parecchi i raccolti perduti, vi è il progressivo abbandono di campi con differenti coltivazioni e di giardini di agrumi. Servono interventi urgenti, maggiori di quelli previsti.

    Mon, 15 Jul 2024 20:59 Camionista prende a cinghiate immigrate che si erano nascoste a bordo - Il video diffuso sui social è diventato virale: un camionista in sosta presso l'autoporto di Ventimiglia, scopre un gruppo di giovani immigrate nascoste nel suo camion, che cercavano di passare il confine con la Francia. L'uomo le fa scendere e le colpisce a cinghiate, come animali. Tutto dovrebbe essere accaduto lunedì mattina. Qualcuno ha filmato la scena con il cellulare e ha diffuso il video su Facebook, invece di chiamare la polizia.     Mon, 15 Jul 2024 18:21 Napoli, Meloni firma protocollo per rinascita Bagnoli: «Opera più ambiziosa di Europa» - (LaPresse) Il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni questa mattina a Napoli ha firmato il protocollo d'intesa per la rinascita di Bagnoli. L'accordo prevede una copertura finanziaria di 1,2 miliardi di euro. «L'opera di risanamento ambientale e di rigenerazione urbana più ambiziosa di Europa». «La sfida - ha proseguito la premier - è trasformare un'area abbandonata e inquinata, che è stata un simbolo dell'incapacità delle istituzioni nel dare risposte, in un moderno polo turistico, balneare e commerciale all'altezza della Campania e di Napoli».    Mon, 15 Jul 2024 15:20 Le ferite dell'America. La diretta tv - Con il direttore del «Corriere della Sera» Luciano Fontana, Massimo Gaggi, Viviana Mazza, Guido Olimpio, Federico Rampini, Simone Sabattini, Giuseppe Sarcina. Conduce Maria Serena Natale.    Wed, 10 Jul 2024 09:30 Le stragi dei bambini nelle guerre d’Ucraina e Gaza: la diretta con gli inviati del Corriere della Sera - Il missile russo sull'ospedale pediatrico di Kiev, il vertice Nato di Washington e le decisioni da prendere sull'Ucraina, la guerra di Gaza entrata nel decimo mese: la diretta con l'editorialista Giuseppe Sarcina, l'inviato a Kiev Lorenzo Cremonesi, l'esperto militare Guido Olimpio. Conduce Maria Serena Natale.    Tue, 09 Jul 2024 10:42 Dazi, difesa e disciplina di bilancio: l’Europa che ci aspetta? - Federico Fubini risponde ai lettori in diretta video    Mon, 01 Jul 2024 11:08 Francia, che succede ora? La diretta video - Domenica 30 giugno 2024 la Francia è stata chiamata al voto per rinnovare  il Parlamento, dopo che il presidente Emmanuel Macron, a seguito dei risultati sfavorevoli del suo partito alle Europee, ha chiesto lo scioglimento anticipato dell'Assemblea Nazionale. L'analisi dei risultati, in attesa del secondo turno di domenica 7 luglio, con il direttore del «Corriere della Sera» Luciano Fontana, l'editorialista e vicedirettore Aldo Cazzullo, il corrispondente da Parigi Stefano Montefiori, gli inviati Alessandra Coppola e Marco Imarisio. Conduce Maria Serena Natale.    Mon, 24 Jun 2024 10:49 Ballottaggi, chi vince? - La diretta dagli studi di Corriere Tv in live streaming: il secondo turno delle elezioni comunali, l’analisi dello scenario politico con il direttore del Corriere della Sera Luciano Fontana e il vice direttore Venanzio Postiglione, in collegamento con gli inviati Virginia Piccolillo e Nino Luca e con i responsabili delle redazioni di Firenze e Bari Roberto De Ponti e Michele Pennetti. Conduce Maria Serena Natale.
Sono 105 i Comuni chiamati al voto: le sfide più attese a Firenze e Bari. Nel capoluogo toscano vince Sara Funaro - che raccoglie il testimone di Dario Nardella, eletto a Bruxelles - che correva contro l'ex direttore degli Uffizi, Eike Schmidt. A Bari, invece, l’ex capo di gabinetto di Antonio Decaro (a sua volta approdato al Parlamento europeo), Vito Leccese ha respinto l’assalto del leghista Fabio Romito come portabandiera del centrodestra.    Thu, 20 Jun 2024 09:40 Viaggiare per stupirsi ancora - Un evento per raccontare la passione per i viaggi e cogliere le caratteristiche del turismo contemporaneo di qualità nell’epoca digitale. E’ ancora possibile stupirsi in un mondo di cui disponiamo facilmente di informazioni e di immagini per ogni luogo? Attraverso il confronto con un importante tour operator di viaggi “sartoriali” e le parole di due reportage firmati da Dino Buzzati e Alberto Moravia scopriamo che le esigenze del viaggiare non cambiano: la migliore conoscenza di sé, la scoperta dell’altro, la ricerca di nuovi orizzonti con cui confrontarsi.

Con Alessandro Cannavò, giornalista del Corriere della Sera, Federica Fracassi, attrice, ed Elisa Boscolo, CEO Boscolo Tours
    Wed, 19 Jun 2024 09:32 L’arte di raccontare un viaggio - La diretta video - Un evento per gli appassionati di viaggio con l’obiettivo di approfondire e cogliere le nuove dimensioni del viaggio contemporaneo attraverso 3 prospettive: viaggiare prima di tutto alla Scoperta di sé e del mondo ma anche alla Scoperta dell’altro e alla ricerca di Nuovi orizzonti di scoperta con cui confrontarsi.
Oggi affrontiamo il tema dell’esperienza di viaggio come incontro di culture grazie anche al ruolo di figure esperte che ne arricchiscono lo storytelling.

Con Roberta Scorranese, giornalista del Corriere della Sera, Dante Bartoli, archeologo ed esperto Kel 12 Tour Operator e Velasco Vitali, artista
    Thu, 13 Jun 2024 11:50 L’Europa che abbiamo scelto: il direttore Fontana risponde ai lettori - I risultati delle elezioni, i nuovi equilibri in Europa e le ricadute sulla politica italiana: l’analisi del direttore del Corriere della Sera Luciano Fontana che risponde alle domande dei nostri abbonati in diretta video. Conduce Maria Serena Natale.    Mon, 10 Jun 2024 22:57 Matteotti: un martire antifascista. Il racconto in video-animazione di Aldo Cazzullo al Festival della Comunicazione - Il 10 giugno 2024 segna la ricorrenza dei cento anni esatti dell’assassinio di Giacomo Matteotti, martire antifascista e politico che ha dato la vita per difendere onestà e democrazia, diventando riferimento della resistenza. 
Aldo Cazzullo, nella produzione video di Frame - Festival della Comunicazione realizzata a partire dall'incontro tenuto all’ultimo Salone del Libro, non solo tratteggia la figura di un uomo, ma intreccia le storie di resistenza e di antifascismo di Eugenio Montale e Filippo Turati, Adriano Olivetti e Sandro Pertini, Carlo Rosselli e Natalia Ginzburg. «Quel racconto ascoltato a Torino non poteva rimanere confinato in quella sala e in quel momento, ma merita di andare oltre» ha detto Danco Singer, direttore del Festival della Comunicazione (Camogli, 12-15 settembre). «Per questo ne abbiamo fatto un video che mantenesse la vividezza del momento, arricchendolo con un linguaggio visivo che mettesse a fuoco personaggi e concetti. Per arrivare a tutti, perché è una storia che ci appartiene e che ci riguarda».
?- Il CorriereTv ha realizzato inseme a Aldo Cazzullo una serie di nove puntate video sul centenario dell'assassinio di Giacomo Matteotti: qui il link al canale dove sono raccolte     Tue, 04 Jun 2024 13:43 Europa, perché sono le elezioni più importanti. La diretta video delle Conversazioni del Corriere per abbonati - Perché le Europee dell’8 e 9 giugno sono le elezioni più importanti? Ne parliamo, rispondendo come sempre in diretta video alle domande dei nostri abbonati, con il direttore del Corriere della Sera Luciano Fontana e con il senatore a vita Mario Monti, ex presidente del Consiglio e commissario Ue per il Mercato unico e per la Concorrenza, editorialista del Corriere oggi in libreria con «Demagonia. Dove porta la politica delle illusioni» (Solferino, 2024). Conduce Maria Serena Natale.    
Artemisium News
01/10/2018
STORIE DI EMIGRANTI REALMENTE VISSUTE RACCONTATE DA NICOLA PERRELLA
di Nicola Perrella

Nicola Perrella (Chiarino)
dal libro autobiografico: 
" Torno".

Quando il bambino ossuto accompagnò il padre all’emporio per dargli una mano a portare le due grosse valigie nuove appena comprate, di cartone verde , capì che qualcosa stava succedendo. Portatele a casa, all’ interno erano foderate di carta marrone a piccoli fiori verdi e odoravano di borotalco. Nel loro interno poteva starci comodo il bambino ossuto, subito iniziò uno strano rito. Cominciarono a riempirle con tutto il vestiario nuovo da lavoro: canottiere, maglioni di lana, mutande pesanti, e calze di bambagia fatte a quattro ferri dalle nonne nei mesi precedenti. Poi scarpe vecchie e nuove, il cappotto buono il trench impermeabile blu con la cintura in vita e la federa scozzese. Nell’altra furono allocate le cibarie bastanti per almeno trenta giorni d’autonomia e i regali da portare ai parenti già emigrati a Stuttgart. 
Il padre sarebbe partito il sabato mattina con la corriera celeste, perché il Consolato Italiano aveva mandato la chiamata fatta dal Consolato tedesco a seguito delle garanzie date dai parenti italiani già domiciliati li. Si perché nessuno poteva partire se non era chiamato da chi già era lì e lavorando poteva garantire vitto e alloggio al nuovo arrivato. Il passaporto era stato vidimato alla prefettura del capoluogo e quindi si poteva emigrare. 
Una volta chiuse, le valige sarebbero potute scoppiare, tenute chiuse dalle due serrature metalliche, dalla cinghia in dotazione e dallo spago a croce che abbracciava i quattro lati.
Sarebbero state riaperte solo a destinazione, lungo la strada avrebbe soddisfatto ai bisogni del viaggio, un piccolo fagotto tenuto insieme da una vecchia borsa a rete.
Il venerdì sera fu un venerdì di passione, le risa si mischiarono al pianto sommesso in un miscuglio di serenità forzata e dolore mal celato. Vennero tutti i parenti, a salutare e a portare piccoli pacchi gonfi di povere cose da portare a chi già aspettava di là dal mondo conosciuto.
Vennero tutti gli amici: gli stessi che aspettavano una chiamata, che si raccomandarono affinché fossero pure loro chiamati da chi si era appena sistemato.
Gli stessi che speravano di trovare una soluzione diversa al duro lavoro nei campi, o con la forestale al rimboschimento o alla disoccupazione miserabile e nera. 
Gli stessi, che si ritrovavano a passeggiare monotonamente in piazza dopo la dura giornata nei campi con zappa o sciamarro e che cercavano la sera nei bar e nelle cantine un Po d’allegria nell’alcool e nel vino.
La mattina del sabato il bambino ossuto fu svegliato dai rumori concitati che si sentivano per casa due ore prima della partenza dal borgo.
Il padre gli si avvicinò e gli prese le mani, era raro che egli si comportasse così. Gli disse: ” Nicò a papà, tu mo’ sì l’om r la chesa. M raccummann penza tu a tutt e statt attient.”Il bambino ossuto non pianse, anche se in gola un nodo doloroso di lacrime scese giù e si sciolse come neve a primavera. Accettò il bacio del padre già vestito nel suo gessato nero a strisce grigie che faceva tutt’uno con i capelli brizzolati. Come una benedizione dal cielo e un’investitura importante.
Il corteo si avviò, ognuno portava qualcosa, arrivato al garage delle corriere, le valigie furono issate sul tetto della corriera in partenza e legate insieme alla selva di valige e pacchi degli altri emigranti. Fu un’ora di grida strozzate, di pianti sommessi e di raccomandazioni per quei coscritti che partivano per l’ignoto.
Dati gli ultimi abbracci, la corriera in uno sbuffo nero di fumo mise in moto il suo motore diesel. Le porte si chiusero e la folla si agitò finché; tornante dopo tornante, in discesa la corriera non sparì dietro l’ultima curva alle fornaci. 
Non si sarebbero visti per mesi il bambino ossuto e suo padre, ogni giorno a mezzogiorno avrebbe atteso coi suoi il fischietto del portalettere che annunciava col nome chiamato ad alta voce l’arrivo della lettera verde con strani francobolli lontani. La lettera semi gualcita gonfia di freddo e di pianto, immancabilmente iniziava con cari tutti...........sono io che vi scrivo per farvi sapere che sto bene e così spero anche di voi .....................Era scritta con l’inconfondibile stilografica blu e nell’inequivocabile linguaggio degli emigrati. Dopo aver dipanato speranze ed elargito notizie sintetiche che rimandavano il dialogo al grande racconto del ritorno, immancabilmente si chiudeva col silenzio attonito dopo l’ ultima frase centellinata a bassa voce.

Dopo mesi di freddo e di stenti, i più fortunati tornavano. Mio padre tornò col piccolo tesoro guadagnato che con altri mille stratagemmi riuscì a farci venir fuori degli anni sessanta per affrontare i non meno facili anni settanta. La magrezza di mio padre al ritorno, fu solo la punta di una tragedia che si consumò fino in fondo nella mia famiglia.

Ognuno di noi deve pagare un prezzo alla vita, per far si che il futuro sia diverso per le generazioni successive che continueranno nel futuro a portare avanti il nostro progresso, che così potrà ancora progredire. Oggi so che se il mio migrare dal borgo è infondo stato acqua di rose, esso è stato possibile perché i miei titani si sono immolati affinché ciò potesse avvenire. 
Già! Titani.........................noi eravamo bambini ed era per i bambini che si andava, senza la certezza del ritorno. 
Dopo mio padre fece ritorno solo il grande vecchio; il Titano dei Titani: nonno Rocco. 
Lui il capitano della nave, lui che mai avrebbe voluto far ritorno, lui che riportò in porto il relitto dopo il naufragio, lui che non ho mai visto piangere davanti alle bare dei miei zii bambini, lui che pianse solo per due secondi vergognandosene, davanti al letto di morte di Nonna Peppina, per ricomporsi subito e chiedere se fosse pronto il caffè per la gente che vegliava di la.
Lui.......................
“capitano mio capitano” nella macchina nera con zio Michele e coi due autisti tedeschi fino alle colline; fino a casa. I suoi ragazzi forti e morti e lui..................................lui non ha fatto ritorno. Sepolto lontano su una collina straniera, per poter riposare in eterno, vicino nonna.

 

 

La notizia arrivò come un fulmine. Ricordo l’esplosione nel mezzo della quiete domestica. Rimanemmo inebetiti, dispersi e sparsi come formiche, un attimo dopo lo sconquasso del formicaio.
Era caduto nella vasca a trecento gradi per la pasta di legno. La fatalità e la leggerezza dei diciotto anni si disse. Aveva sostituito un amico che si era sentito poco bene all’improvviso. Una riparazione non fatta al maniglione della gru che la dimenticanza dell’amico aveva fatto si che egli non sapesse. Un attimo. Un tonfo e mio nonno un po più in là, accorso alle grida che sovrastarono il frastuono della fabbrica.
Diciotto anni e tre giorni di agonia........................Il loro parlare in quelle ore ...........le loro ultime parole nella solitudine di quella terra straniera i loro occhi che mentivano l’uno all’altro lo strazio siderale del dolore che cresceva ad ogni respiro. La sofferenza fisica delle ferite e del dolore per l’imminenza del nulla. Immagino gli occhi dell’uno immersi nel mare degli occhi dell’altro a farsi promesse di ritorno assoluto delle anime a intrecciarsi nell’infinito senza spazio ne tempo, unica dimensione possibile dopo l’ineluttabile di questo mondo materiale a senso unico che non torna indietro per permettere almeno la riparazione di torti cosi grandi e ingiusti. 
“ Michele che aveva sete ................e l’acqua appena bevuta bagnava subito le lenzuola.............dalla vita in giù non c’era rimasto granché.” Che fibra e che cuore il mio ragazzo ..............................” Ci sono voluti tre giorni per non soffrire più “.

 

Il bambino ossuto ricorda poco di lui: di ritorno dalla Germania si fece festa, tutti insieme alla casa al serrone. C’erano anche Lilino e Maria, i due cugini venuti dall’orfanotrofio. Tutti volevano i giornalini di zio Michele: il grande black, capitan micki, tex wiler. Iniziò la bagarre e gli strepiti dei bambini con le tasche piene e il muso sporco di cioccolato tedesco, la grande festa per loro, non era il Natale ma il grande ritorno con le valige piene di cose rare: cioccolato tedesco, caffè, stecche di sigarette, tabacco e bottiglie di birra per i grandi, quei cosi strani e mollicci chiamati würstel. Michele col suo sorriso di sole e la sua inconfondibile allegria, disse ai bambini di allinearsi in fila. Andò dietro il letto dove c’era il comodino scrigno pieno di giornalini e con grande allegria li lanciò in aria come coriandoli ridendo e gridando felice anche lui per quel regalo, per i bambini tutti vicini a lui e per essere tornato e stare tutti insieme, alla casa del padre dopo i mesi di grande freddo.

Appena pochi giorni prima che Michele ripartisse per il suo ultimo ritorno in Germania, il bambino ossuto ricorda di averlo atteso per ore con Chiara: rimasero insieme per tutta la mattina dietro i vetri del balcone a guardare i tornanti da dove sarebbe spuntata la corriere azzurra. Finalmente, con lentezza apparve come un piccolo bruco celeste e lentamente si avvicinò fin dentro il borgo. Non gli corsero incontro alla fermata della corriera, ma lo aspettarono trepidi davanti all’uscio di casa.
Svoltando l’angolo apparve: coi suoi capelli neri anni sessanta pieni di brillantina, con la sua cravatta nera sottile, il suo vestito nero alla alvis e le sue bellissime scarpe nere a punta con i lacci ai lati in quattro fori per scarpa. Alto, bello, apparve come un angelo col suo ampio sorriso, cosi che potesse nascondere le ali: abbagliandoli.
Gli corsero incontro e diede al bambino ossuto il pallone da calcio a pentagoni bianchi e neri. 
Dopo questi sprazzi di sogno il bambino ossuto null’altro ricorda di lui: ricorda la voce, il profumo e i suoi occhi uguali a quelli della mamma che sono i suoi.


“A nonno Rocco per il giorno del nulla”


Ecco
Il tuo grande mare 
ha fermato le sue onde 
e le tempeste passate
hanno abbandonato scogli tormentati.

Acqua della mia acqua 
Il pensiero del tuo essere 
ha corso nel mio tempo
dritto come un filo
me ne accorgo oggi 
mentre perdo la tua immagine.

Cadde su di un fianco, come un airone dall’ala spezzata o come un torero nell’arena alle cinque della sera.
La polvere non ebbe la sua faccia; i grandi guerrieri sono risparmiati dall’ultimo oltraggio della faccia nella polvere.
Lui: la quercia dalle salde radici, il punto saldo dove mai nessun vento ha potuto scavare la propria tana. 
Cadde, lui: su di un fianco, senza un gemito e senza voce.

Lo aspetterei ancora, all’uscita del sottopassaggio della stazione alle dieci in punto, quando l’espresso Ascoli Foggia, sferragliando stride la sua corsa fermandosi in un rantolo di metallo. Lo vedrei arrivare, con passo svelto e sicuro nelle sue scarpe di cuoio nero lucido anni trenta ben allacciate, girando l’angolo del sottopassaggio. Il cappello di feltro a falda larga, ben calcato un po’ di traverso sugli occhi e la sua giacca di lana nera con l’impermeabile piegato sul braccio; mentre nell'altra mano stringe la sua vecchia borsa di pelle nera sgualcita e sdrucita da troppi viaggi. Lo saluterei sulle scale ascoltando la sua voce affettuosa che mi chiede di me passandomi la borsa: parlando di tutto e di niente e saremmo insieme un albero con le sue radici.
Io sono l’unico nipote che vivendo sulle stesse colline dove ha vissuto lui, ho potuto conoscerlo per più tempo, assorbire il suo essere e far tesoro del suo cuore.


La terra che partorisce è sempre madre dei suoi figli, anche quando essi vanno lontano a cercare altre terre che non sono materne, perché madri di altri figli.

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