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“Se comprendere è impossibile, conoscere è necessario” - Primo Levi
La vita di una famiglia di ebrei ferraresi travolta dalle deportazioni ne Il giardino dei Finzi Contini, i commoventi racconti del Diario di Anna Frank, il bellissimo film di Roberto Faenza Jona che visse nella balena, con la ricostruzione degli orrori del lager vista dagli occhi di un bambino. Le storie di chi ha avuto la capacità di indignarsi e il coraggio di reagire come Giorgio Perlasca e Oscar Schindler. E ancora Se questo è un uomo e La tregua, scritti da Primo Levi, La vita è bella, premio Oscar di Roberto Benigni, Il pianista e La finestra di fronte, diretto da Ferzan Ozpetek. Film e libri splendidi narrano le pagine più tristi della storia ma sono le storie vere e le immagini reali quelle che purtroppo ci toccano nel profondo. Domenica prossima ricorre il Giorno della Memoria, ricorrenza istituita dal Parlamento italiano con la legge n. 211 del 20 luglio 2000. Il nostro Paese ha in tal modo aderito alla proposta internazionale di dichiarare il 27 gennaio come giornata per commemorare l’abbattimento dei cancelli di Auschwitz e le vittime del nazismo e dell’Olocausto. Leggi razziali, persecuzioni, deportazioni, prigionia e sterminio dei cittadini ebrei ma anche di tutti coloro che si opposero a quel folle progetto di genocidio, non esitando a proteggere i perseguitati a costo di mettere a rischio la propria vita: tutto questo è stata la Shoà. Auschwitz è il nome tedesco con cui è nota la cittadina polacca di Oœwiêcim. Durante il secondo conflitto mondiale i nazisti vi ricavarono un campo di deportazione. Qui, e in una quarantina di campi adiacenti, furono uccisi circa quattro milioni di prigionieri, soprattutto ebrei perché si realizzasse il progetto nazista relativo alla ‘soluzione finale del problema ebraico’. Camere a gas e forni crematori, vere e proprie fabbriche di morte, rappresentavano i mezzi per realizzare il tragico genocidio. Il 27 gennaio 1945 le truppe sovietiche dell’Armata Rossa, durante l’avanzata verso Berlino, arrivarono presso Auschwitz scoprendone il campo di concentramento e liberando i pochi superstiti. La scoperta di Auschwitz e le testimonianze dei sopravvissuti rivelarono compiutamente per la prima volta al mondo l’orrore del sterminio nazista, mostrando gli strumenti di tortura e di annientamento del lager. Anche il Governo fascista del Regno d’Italia approfondì il razzismo varando provvedimenti di apartheid fino ad una vera e propria diffusione dell’antiebraismo in Italia, con campagne di stampa e pubblicazioni. Il 14 luglio 1938 fu pubblicato il documento ‘Il fascismo e i problemi della razza’ e lo stesso anno il Consiglio dei ministri approvò una serie di norme antiebraiche tra cui la ‘Dichiarazione sulla razza’. Fino al 1942 in Italia si susseguirono espulsioni, divieti e limitazioni alla libertà degli ebrei fino alla sostanziale esclusione dalle libere professioni e dalle iscrizioni nelle liste di collocamento al lavoro. Il 1 settembre 1939 la Germania invase la Polonia e l’anno successivo l’Italia entrò in guerra. Milioni di ebrei furono strappati alle loro vite e deportati nei campi di concentramento. Ci si avviava verso un’abominevole operazione di pulizia etnica. Tra le date più terribili c’è il 16 ottobre 1943, quando la polizia tedesca attuò a Roma la più consistente retata di ebrei del periodo. Due giorni dopo furono deportate ad Auschwitz 1023 persone. Sempre nella Capitale, prima della liberazione da parte degli Alleati, avvenuta il 4 giugno 1944, il 23 marzo dello stesso anno avviene l’Eccidio delle Fosse Ardeatine. Tra i 335 uccisi vi sono 75 ebrei. Il bilancio della politica antiebraica messa in atto in Italia e’ di 6.806 persone arrestate e deportate (di cui 5.969 deceduti) e di 322 morti in patria per eccidi, maltrattamenti o suicidi. Ma perché dobbiamo ricordare? Per conoscere il male fino alle sue efferatezze anche quando si presenta in forme apparentemente innocue: quando si pensa che uno straniero o chiunque sia diverso da noi, possa essere un nemico. Il ruolo della memoria serve a conservare il ricordo di un tragico ed oscuro periodo della storia dell’Europa per restituire una vita nuova al popolo ebraico, vittima delle leggi razziali e delle persecuzioni e ai liberi cittadini che hanno subito la deportazione, la prigionia, la morte. Perché sia scongiurato per sempre il ripetersi di simili eventi. È necessario conoscere le tremende conseguenze del pregiudizio e del razzismo per realizzare una pacifica convivenza tra etnie, culture e religioni differenti. È giusto che nei giovani cresca un’etica della responsabilità individuale e collettiva perché capire il passato può aiutare il presente.
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