In questi giorni di festa, crisi o non crisi, la cucina l'ha fatta Inviato da iPad Gli alimenti essenziali di un tempo erano il pane e la pasta. Lu sandheatése senza pène, nun sèpe mangè! Tutti i giorni c'era la pasta cu lu rrahù o con ogni tipo di verdura di campo e il pane che accompagnava un pezzo di cacio, una fetta di prosciutto ( chi ce l'aveva) e poi c'erano li sfrisciùrre (i soffritti) che erano l'invenzione del momento, a seconda di ciò che si aveva a disposizione: due salsicce, un pezzo di fegato, un peperone, due patate, un uovo, dei lampascioni, una cipolla ecc A questo proposito, così scrive Il prof. Volpone: "LU SFRISCIÙRRE, soffritto speciale aveva sempre un elemento principale intorno a cui, a seconda del gusto, ruotavano, oltre al pomodoro, l'aglio, la cipolla e il peperone piccante, come ingredienti fissi, il prezzemolo, il rosmarino e la menta li accompagnavano. L'elemento principale poteva essere la salsiccia di maiale essiccata è tagliata a rotelline; la ventresca di maiale tagliata pure a pezzettini, o salsiccia e ventresca insieme, tagliate a pezzettini, senza o con uova sbattute. Quindi poteva essere unito il fungo, con questi elementi citati. Altro sfrisciùrre era quello fatto (cu la mescisc-ca) carne di castrato o pecora disossata, tagliata tutta e lasciata vicino alla pelle stessa, condita con sale, peperone piccante sale e pepe, se si voleva, ed essiccata al sole. Questi sfrisciùrre erano di una squisitezza unica. Particolare gusto acquistava, messo dentro (n'urleciérre re pène frisc-che) pezzo di pane fresco tagliato dalla pagnotta intera è tolta la mollica, che poi, una volta messa dentro il soffritto ed il suo condimento insieme, era messa sopra a mò di tappo, specie se sul lavoro, a taglio di coltello." ( da "Sant'Agata di Puglia nel tempo" di Carmelo Volpone). Buon appetito