Le chiese di Sant’Agata di Puglia custodiscono capolavori di inestimabile valore. Su quest’altura del Subappennino Dauno artisti hanno realizzato opere tanto significative ed interessanti da costituire un vero patrimonio d’arte tra trittici, pale d’altare, sculture, affreschi, statue.La chiesa matrice di S. Nicola custodisce un pregevole presepe scolpito in pietra e dipinto. Si trova nella navata destra (per chi entra) in una cappella protetta da una cancellata. La cappella è larga m. 4,45, lunga m. 4,80, alta m. 5,70. E’ detta Cappella dell’Epifania o di S. Giuseppe. Il modulo architettonico del presepe si sviluppa sullo sfondo e su due piani. La grotta, profonda m. 1,60, è sul piano altare. In una meravigliosa sintesi rappresentativa costituita da S. Giuseppe, la Madonna, Gesù Bambino, il bue, l’asino e due figure laterali, viene riproposto il mistero più dolce ed affascinante dell’umanità, la nascita di Cristo. Una volta a cielo in fabbrica, rallegrato e ravvivato da angeli e teste di angeli dai volti paffuti e felici ricopre la grotta.Nel piano superiore alla grotta si assiste ad un intenso e fitto svolgersi di azioni: pastori che suonano, i tre Re Magi che arrivano cavalcando con i loro doni, pecorelle che pascolano, un lupo che addenta un agnello, un cane che vigila.Il tutto è ben armonizzato in un sereno “equilibrio compositivo”.Tutte le figure, specie quella della Madonna, sono di una eleganza formale considerevole. La policromia, anche se non più originale, sembra rispettata.Un presepe, il nostro, che per iconografia, stile ed architettura, richiama altri presepi in pietra della Puglia, regione che vanta una ricca e prestigiosa cultura artistica presepiale. Citiamo i rinascimentali presepi firmati da Stefano da Putignano presenti a Polignano a Mare, nella chiesa S. Maria dell’Assunta, a Putignano, Chiesa di S. Pietro (1503), a Gallipoli, chiesa di S. Francesco; i presepi in pietra di Grottaglie, parrocchia del Carmine, 1530; di Altamura, cattedrale, 1587; di Bari, cattedrale, 1587; di Copertino, chiesa S. Maria ad Nives.Quando fu realizzato quello di Sant’Agata , per chi, e da chi?La cappella fu costruita nel 1579 per volere di due fratelli, i magnifici Antonio e Mutio Calcagno. È stata perciò sempre di jus patronato e nel possesso si sono succeduti i Calcagno-Altobello, i Nova, i Del Buono. Per un matrimonio tra una Nova ed un Del Buono essa rientrò nella dote della sposa e passò, quindi, ai Del Buono. Nella cappella c’è una tomba gentilizia, la cui lapide riporta il cognome Nova e la data 1650. Nel corso degli anni essa è stata oggetto di una causa per l’attribuzione del possesso e del diritto di patronato tra la famiglia Nova e la famiglia del Buono, causa che si concluse con l’attribuzione del possesso alla famiglia Del Buono.E chi fu l’autore del presepe?Secondo M. D’Elia (Catalogo della mostra d’arte in Puglia dal tardo antico al Rococò 1964, p. 132) l’opera è da attribuire a Stefano da Putignano, cui è attribuito anche dalla Guida d’Italia (TCI., Milano 1978, p. 255; 2005, p. 225). In Città e paesi d’Italia (Istituto Geografico De Agostini, vol. IV,p. 630), a proposito della Chiesa di S. Nicola di Sant’Agata di Puglia si legge: “Conserva un pregevolissimo presepe in pietra dipinta analogo alle creazioni di Stefano da Putignano e di Antonello Persio, ma più tardivo”. G. Lorenzo esclude categoricamente che il nostro presepe possa essere opera di Stefano da Putignano (Uno scultore pugliese del Rinascimento Stefano da Putignano, in Annali dell’Università di Lecce, Facoltà di Lettere, vol. VII, nota 97, p. 169).Ma anche se del presepe di Sant’Agata non ancora si conosce l’autore, come di altri presepi in pietra della Puglia, ai quali per alcuni aspetti si collega, può ipotizzarsi la realizzazione tra la seconda metà del Cinquecento ed i primi anni del Seicento.E certo che l’artista fu bel lontano dalla mediocrità e padrone di esperienze e di influssi d’ampio e profondo respiro, e senz’altro di sicura ed abile mano.Dora Donofrio Del Vecchio