La natura geomorfologica del territorio di Sant’Agata di Puglia è particolarmente ricca di depositi marmorei, tufacei, argillosi, calcarei. La toponomastica locale ne menziona caratteristiche ed ubicazione: Pietralba (pietra bianca), Tofara (pietra tufacea), Bricciali (ciottoli e puddinghe), Cava del Monte (roccia arenaria), Cugni (composizione rocciosa a cunei), Terraroggia (terreno rosso cretaceo), Gruttoli (località tufacea con grotte) e, quindi, Pietrapaula, Selci, Macere, Vacantali, Titoli, Liscia, Imbricari, Fornace della Tofara, ecc.
Note e famose come pietre locali sono state quella della Liscia e quella del Calaggio: la prima, chiara, utilizzata per portali, architravi, stemmi, conci ed in genere nell'edilizia per rivestimenti ed ornamenti; la seconda, nelle varie tonalità del rosso e con le caratteristiche del marmo, usata per altari, battisteri, colonne, balaustre.
Dalla Liscia fu consentito agli Accadiesi di prelevare pietre per la costruzione della Chiesa madre dopo il terremoto del 1930.
Esempi di utilizzazione della pietra del Calaggio sono gli altari della Madonna dell'Aiuto e di Costantinopoli nella chiesa parrocchiale di S. Andrea Apostolo, quello di S. Biagio della chiesa parrocchiale di S. Michele Arcangelo, quello delle "tre parrocchie" nella chiesa matrice di S. Nicola. Ma i "pezzi più significativi ed interessanti restano la balaustrata della cappella del SS.mo Rosario, il pulpito ed il fonte battesimale della Chiesa Madre di S. Nicola.
Per la sua qualità, preziosità e finezza, la pietra del Calaggio fu esportata ed impiegata in altre località. Nella prima metà del '700, S. Francesco Antonio Fasani fece realizzare in pietra del Calaggio l’altare maggiore della Chiesa di S. Francesco di
Lucera e contemporaneamente il venerabile Lucci, vescovo di Bovino, fece costruire con la stessa pietra la balaustra del presbiterio della cattedrale di Bovino e tre fonti per l'acqua santa.