Tante le manifestazioni legate al maggio dei libri 2015; tra queste l’inaugurazione a Torino della 28° edizione del Salone internazionale del Libro. La storia del libro parte da un antichissimo papiro del 2.000 a.C. e procede sino all’invenzione della stampa a caratteri mobili, che ne consente la diffusione a macchia d’olio nel mondo.
Sappiamo che la produzione manuale dei libri ostacolava la diffusione della cultura, perché erano rari e preziosi. Le cose cambiano con l’invenzione della stampa, frutto di un processo d’incontro e scambio di conoscenze fra i popoli. A tal proposito dobbiamo citare il testo “In Corea, trecento anni prima di Gutenberg . . .” di Ch’on Hye-bong. Contiene una sorprendente rivelazione: fu in Corea, nel XII secolo, cioè trecento anni prima del grande inventore Gutenberg, che vennero utilizzati per la prima volta caratteri mobili di legno, per la stampa.
Il nuovo sapere affidato alla scienza progredisce lentamente a partire dall’esperienza pratica del metodo della ricerca, documentato dalle numerosissime opere scritte nel corso del Rinascimento e si perfeziona, poi, nella seconda metà del Novecento, grazie anche alle nuove tecnologie. Oggi parliamo delle grandi librerie on line, gli ebook che si possono acquistare nei negozi di libri digitali e che competono con le librerie fisiche.
Il libro, ovvero il più antico e importante mezzo di trasmissione del pensiero, purtroppo è assente in molte case o ridotto a elemento d’arredo. In una società satura di stimoli negativi e occasioni di dispersione frivola, quasi per intero con funzioni di evasione banale, non si pensi che esortare a leggere sia cosa da poco. Quando leggere è una scelta, si legge per amore, non per forza e in tal modo il tempo della lettura diviene una piacevole consuetudine. L’esperienza ha dimostrato, come dice Pennac, che ascoltando una voce che legge, viene voglia di provare, scoprendo una possibilità in più di divertimento e di vita.
L’educazione alla lettura a scuola, invece, è un traguardo che diventa progressivamente più difficile; abituati al linguaggio tecnologico, i ragazzi si sentono di fronte al libro di lettura come di fronte a un’impresa titanica; tendono a disperdersi ed è praticamente indispensabile fornire loro un punto di riferimento fisso, che dia anche un’occasione per riflettere, per pensare.
Come far sperimentare ai nostri giovani che consumano messaggi televisivi e informatici una modalità diversa, opposta di rapporto con i messaggi verbali?
Abituati ad essere soggetti passivi di ricezione, dovrebbero essere riconquistati all’iniziativa mentale e all’attività critica attraverso la scoperta che leggere è un’esperienza piacevole, avvincente e piena di significato per la loro vita. Comunicare la possibilità di immaginare, prevedere, immedesimarsi, fare esperienza di mondo nuovo e diverso ogni volta, sorprendente e ricco di emozioni, come quello che i libri ci offrono.
Promuoviamo, inoltre, la lettura del quotidiano, nelle sue pagine politiche e in quelle culturali: alla loro età, la lettura del quotidiano equivale a spalancare un’ampia finestra sul cosmo!