(04/09/2015)
BRIGADIERE SALVATORE PIETROCOLA MEDAGLIA D'ORO AL VALOR MILITARE
BRIGADIERE SALVATORE PIETROCOLA MEDAGLIA D'ORO AL VALOR MILITARE
BRIGADIERE SALVATORE PIETROCOLA MEDAGLIA D'ORO AL VALOR MILITARE
 BRIGADIERE SALVATORE PIETROCOLA MEDAGLIA D'ORO AL VALOR MILITARE


Come purtroppo la Storia insegna, le situazioni di grave disordine e di intenso conflitto sociale, quali quelle registrate negli anni 1919-1921 in Italia, sovente partoriscono dittature che, col fine dichiarato di riportare ordine nella Nazione martoriata, in realtà impongono un regime totalitario nei confronti delle popolazioni sottomesse ed aggressivo verso l’esterno. Così, Benito Mussolini diventò Capo del Governo il 30 ottobre 1922 e, dopo appena due anni di democrazia di facciata, impose una svolta autoritaria che portò l’Italia alla dittatura, adottando nel tempo provvedimenti esiziali in politica interna (repressione del dissenso, leggi razziali…) e in politica estera (partecipazione alla guerra civile di Spagna, guerra in Etiopia, alleanza con il Nazismo, Seconda Guerra Mondiale…).

Il 2 ottobre 1935 iniziò la Campagna d’Etiopia, flebilmente motivata da ragioni economiche, quali la necessità di imporre un nuovo dinamismo all’industria italiana, l’apertura di nuovi mercati, lo sfogo per l’emigrazione frenata dai Paesi d’oltremare, e politiche, quali la vocazione imperiale del Fascismo ed il bisogno di vendicare la gravissima umiliazione di Adua del 1896. La manovra italiana si articolava su quattro colonne, di cui tre avanzanti dall’Eritrea (colonia acquisita con la Campagna 1885-1898) e una dalla Somalia (ottenuta con una serie di trattati con i sultani locali tra il 1891 e il 1927), per stringere in una morsa, da nord e da sud, l’esercito etiope, costituito da sette masse, tutte agli ordini del Negus, Hailé Selassié. L’Arma, fedele al Re, partecipò al conflitto con 55 Sezioni Carabinieri da montagna, 6 a cavallo, 6 miste, 3 Sezioni Zaptiè e 23 Nuclei, oltre a 5mila militari coloniali (zaptiè eritrei e dubat somali). Il contributo dell’Istituzione alla vittoria finale fu molto consistente e pubblicamente riconosciuto come degno di onore: la Bandiera dell’Arma fu decorata con la Croce di Cavaliere dell’Ordine Militare di Savoia (oggi della Repubblica) e ben quattro carabinieri furono premiati con la Medaglia d’Oro al Valor Militare.

Il primo di essi fu il brigadiere Salvatore Pietrocola. Nato a Minervino Murge (Bt) il 16 dicembre 1905 da Domenico ed Angela Fredella, nel gennaio 1924 entrò volontario nella Legione Allievi Carabinieri di Roma e, nel giugno successivo, venne destinato alla Legione di Treviso. Nel 1925, a domanda, fu trasferito nel Regio Corpo Truppe Coloniali della Tripolitania; rimpatriato due anni dopo per frequentare la Scuola Allievi Sottufficiali di Firenze, nel 1928 venne promosso vice brigadiere e assegnato alla Legione di Milano. Appassionato di sport invernali, nel 1931 frequentò con successo il Corso sciatori di Ponte di Legno (Bs), partecipando anche a diverse prove agonistiche. Nel gennaio 1935, sempre a domanda, fu trasferito nel Regio Corpo Truppe Coloniali della Somalia e, con il grado di brigadiere, destinato alla Divisione Carabinieri della Somalia Italiana, assumendo poi, dietro sue insistenti richieste, il comando di un gruppo di zaptiè. Allo scoppio della guerra con l’Etiopia, il brigadiere Pietrocola era inquadrato nelle forze del fronte sud, comandate dal generale Rodolfo Graziani, e in particolare in quelle assegnate al generale Bergonzoli. Queste ultime furono protagoniste di una serie di combattimenti svoltisi tra l’11 e il 19 gennaio 1936 e compendiati sotto il nome di “Battaglia del Ganale Doria”, a seguito dei quali fu occupata Neghelli e tagliata la via dei rifornimenti che dal Kenya pervenivano alle masse etiopi. Di conseguenza, le truppe del generale Bergonzoli ebbero l’incarico di garantire la difesa di Neghelli e di reprimere gli atti di brigantaggio segnalati nell’area.

La missione di polizia fu affidata ad una colonna autocarrata, dotata anche di autoblindo, della quale faceva parte il brigadiere Pietrocola. Colti i primi successi in cinque combattimenti sostenuti con i briganti a partire dal 29 gennaio, il 2 febbraio la colonna si trovava sulla via del ritorno quando, a Malca Guba, venne attaccata da etiopi inquadrati da disertori eritrei. Il nemico in agguato tentò l’accerchiamento della colonna. Il capitano comandante, intuita la gravità della situazione, non esitò a sopravanzare le posizioni nemiche per parare la minaccia, ma il suo ardimento fu vano: preso a sua volta alle spalle, sostenne una battaglia disperata sino a che si abbatté colpito alla testa. Il brigadiere Pietrocola, compresa la crisi collettiva, si lanciò coraggiosamente sulla stessa direttrice del capitano, superò le nostre prime pattuglie combattendo, fu colpito prima ad una gamba, poi al torace, ma continuò a lanciare bombe a mano, finché cadde esalando l’ultimo respiro. I compagni, trascinati da tale impeto, travolsero il nemico riuscendo a rompere l’accerchiamento e a conquistare la vittoria. Lo stesso generale Bergonzoli espresse tutta la sua ammirazione per il Caduto, commemorandolo: “Nessuno più di me ha avuto modo di conoscere e di apprezzare le qualità eccelse del brigadiere dei Carabinieri Salvatore Pietrocola. Nessuno più di me è convinto che la massima ricompensa al Valore sia degno riconoscimento all’opera di questo prode guerriero”.

E infatti, con Regio Decreto 30 dicembre 1937, al brigadiere fu concessa la Medaglia d’Oro al Valor Militare: “Partecipava a tutti i combattimenti della battaglia del Ganale Doria, distinguendosi per esemplare coraggio, ardimento e sprezzo del pericolo. A Malca Guba, in un momento estremamente critico e difficile dell’azione, visto cadere il suo capitano, incitava e trascinava all’assalto i pochi uomini superstiti. Ferito gravemente, continuava a combattere fino a che una seconda e mortale ferita troncava la sua giovane esistenza. Fulgido esempio di eroismo e di spirito di sacrificio”. Galgalò, Neghelli, Uaddarà, Uacille, Uela, Malca Guba (Africa Orientale), 11 gennaio – 2 febbraio 1936.

Questa commovente storia di questo EROE figlio di santagatesi nato a Minervino Murge perchè il papà era un ferroviere, mi è stata segnalato dal Maresciallo Rocco Russo, la città di Bari gli ha dedicato una strada, e il Comune di Minervino Murge un Edificio Scolastico. Le sue Spoglie si trovano nel Sagrario Militare d'oltre mare di Bari