(09/04/2022)
Il dramma della Passione e Morte di Cristo nei riti della Puglia


di Dora Donofrio Del Vecchio


La Puglia offre un ricco e variegato  scenario di riti della Settimana in cui si rievocano i  momenti più dolorosi della Passione di Cristo: la flagellazione, l’orto degli ulivi, la caduta sotto la croce, il bacio di Giuda traditore, la Veronica, la crocifissione. Sono momenti rappresentati dai cosiddetti misteri, statue o gruppi statuari che sfilano nella processione del Cristo Morto e rievocano le stazioni della Via Crucis. Tutta la settimana santa, come è chiamata la settimana che si conclude con la domenica della Resurrezione, è preceduta da una serie di momenti liturgici, penitenziali e religiosi. Tra questi si colloca  la pia pratica della Via Crucis, che rievoca  il cammino di Cristo verso la Morte sul Calvario, la processione dell’Addolorata del venerdì che precede la domenica delle palme. Estremamente suggestive sono le processioni del venerdì santo, quella del Cristo morto e quella dell’Addolorata che gira per le strade in cerca del Figlio.Tutta una serie di riti e simboli si mettono in pratica per questo grande avvenimento: nelle chiese si coprono con panni viola le immagini dei santi, dal giovedì santo si legano i batacchi delle campane in segno di lutto ed il loro suono è sostituito da quello lugubre e triste delle troccole. Si pratica il digiuno. Nelle chiese si allestisce il sepolcro il Giovedì santo, e in un mesto e silenzioso andare a frotte fedeli visitano gli altari della reposizione e sostano in adorazione.  Tante forme di pietà si sono conservate a lungo nella religiosità popolare pugliese,  e  la spettacolarità caratterizza ancora i riti della Settimana Santa che si celebrano in molte città della Puglia, come Molfetta, Taranto, Ruvo, Noicattaro, Francavilla Fontana, Valenzano, San Severo, Troia. A Noicattaro nel buio della notte sfilano in mesto corteo centinaia di penitenti, incappucciati, indossano un saio nero, portano sulle spalle la croce e con i piedi scalzi trascinano pesanti catene; a Canosa di Puglia diecine di donne, il capo ed il viso coperti da fazzoletto scuro, in abito scuro accompagnano la Desolata mentre cantano il triste Stabat Mater di Jacopone da Todi; a Poggio Imperiale un corteo di donne in abito da lutto segue l’Addolorata cantando lo Stabat Mater; a Francavilla Fontana i “pappamusci” sotto pesanti croci incappucciati e con abito rosso precedono la processione dei misteri; a Valenzano sfilano 47 misteri ed i fanciulli in abito rosso e la corona di spine sul capo partecipano da protagonisti al mesto peregrinare; a Troia la mattina del Venerdì Santo si snoda la Processione dei penitenti che, incappucciati ed a piedi scalzi, trascinano catene di 30-35 kg., legate alle caviglie, e portano una pesante croce sulle spalle.A Taranto i “perdoni” della confraternita del Carmine dopo mezzogiorno in coppia vanno a visitare i Sepolcri, a piedi nudi. Portano in mano un bastone che, battendo sulla strada, accompagna con il suo ”rintocco” il loro cammino che è un incedere lento e dondolante detto “nazzecata”. Al suono della marcia funebre parte la processione dell’Addolorata che dura 14 ore preceduta dal tracollante che con la tracolla (asse di legno che con pendagli metallici produce un suono particolare) ne regola il ritmo e l’andamento. Sfilano tre croci penitenziali di legno nero e una coppia di giovanissimi confratelli che portano le pesare, pietre di forma triangolare appese al collo. Il pomeriggio si svolge la processione dei misteri che si conclude la notte. Per la drammatica spettacolarità meritano menzione le Tre ore di Agonia che si celebravano nel pomeriggio del Giovedì o Venerdì Santo in tutta la Puglia.A Sant’Agata di Puglia nell’affollatissima chiesa madre di S. Nicola, quando il quaresimalista pronunciava le sette parole di Gesù in croce seguite dalle meditazioni, un coro di uomini elevava il canto secondo la composizione di Joseph Haydin che commuoveva i presenti in un’atmosfera di intensa partecipazione e di forte emozione. In molte chiese la sera del Giovedì Santo si cantavano i salmi che commemoravano il dramma della morte di Gesù. Alla fine di ogni di salmo si spegneva una candela dell’altare. Quando il prete diceva per crucem subire tormentum e si spegneva l’ultima candela, la chiesa rimaneva al buio. Il popolo faceva forti rumori con mazze e bastoni per simulare il terremoto da cui fu scossa la terra quando il Signore spirò. A Gioia del Colle, per rendere più efficace la scena, quando la chiesa restava al buio, il sagrestano faceva rotolare delle grosse pietre sul pavimento di legno del coro, producendo un “pauroso rumore” mentre altre persone da altri punti della chiesa lanciavano delle pallottole di polvere pirica accese, le quali scoppiando incutevano spavento nell’animo dei presenti. Il buio, il terremoto, i lampi concorrevano a creare un’atmosfera di grande paura: bambini e donne gridavano e piangevano, i vecchi gridavano di dolore.Anche a Panni vicino al sepolcro di Cristo si metteva in atto una tempesta con lampi e tuoni. A Vico del Gargano ancora oggi si simula il terremoto battendo i piedi a terra al suono delle “racanelle”.In molti paesi della Puglia, come Panni, Noicattaro, San Severo, Lucera, Foggia si conserva la tradizione di rappresentare il dramma della Passione rispettando il rituale delle due processioni, quella del Cristo morto e quello della Madre disperata che gira per le strade alla ricerca del Figlio. L’Addolorata è accompagnata da un corteo di donne, il Cristo morto da un corteo di uomini.A Ruvo di Puglia, cinque processioni rievocano, in un misto di spettacolarità, pietà e devozione il dramma della morte di Cristo, e per molti aspetti richiamano i riti della Semana Mayor di Siviglia. Protagoniste sono le confraternite. La notte tra il Mercoledì e Giovedì Santo per le strade buie, illuminate solo da ceri e fiaccole, dalla chiesa di S. Rocco muove la processione degli “Otto Santi”, gruppo che rappresenta il trasporto di Gesù al sepolcro. Il Venerdì Santo la confraternita del Carmine porta in processione il veneratissimo “Cristo rosso”, sanguinante e sofferente con la croce sulle spalle ed una fune appesa al collo. Il Sabato Santo la confraternita del Purgatorio reca in processione la statua della Pietà, la bellissima Vergine Addolorata in abito nero, seduta ai piedi della Croce, sulle gambe il corpo del Figlio morto, segnato da ferite sanguinolenti  A commuovere i fedeli erano e sono le marce funebri, le composizioni per la Passione come Trema il mondo che accompagna, con il rauco e triste suono delle battole (“troccole”), la processione del Venerdì a Sant’Agata di Puglia, il Planctus Mariae di Ruvo di Puglia, lo Stabat Mater di Canosa, il Miserere di Vico del Gargano e Pietra Montecorvino.La spettacolarità delle processioni della Passione è esaltata con la Via Crucis vivente che si rappresenta in molte località della Puglia come a Celenza, Sant’Agata di Puglia, Troia, Gravina, Siponto, Carpino, Castelnuovo della Daunia, Anzano di Puglia, Poggio Imperiale. Ma anche dallo spettacolo del fuoco: falò e lumi illuminano il cammino della Madonna e del Cristo. Le fracchie di S. Marco in Lamis, spettacolo candidato al patrimonio immateriale dell’Umanità dell’Unesco, costituiscono uno spettacolo unico: oltre duecento fracchie, tronchi d’albero di 5-6 metri di lunghezza, scavati, allargati a cono e riempiti di legna, del peso di oltre cento quintali, caricati su ruote di ferro, sono accesi e trascinati da decine di uomini. In fila sfilano per illuminare il percorso dell’Addolorata che va in cerca del Figlio il Venerdì Santo. Ancora oggi in molti paesi, come a Ruvo, a Taranto, a Noicattaro lumi lungo le strade illuminano il triste percorso della passione di Cristo.La notte del Sabato santo, dopo la lettura del Gloria nella messa, si sciolgono le funi delle campane che annunziano gioiosamente la Risurrezione di Cristo. La domenica di Pasqua a Lucera si svolge la processione di Cristo risorto ed a Troia la processione del bacio: dinanzi alla cattedrale il Risorto incontra la Madre, s’inchina e le bacia i piedi.  Suonano a festa le campane, suona la banda cittadina ed una folla di fedeli partecipa gioiosamente.