(23/06/2019)
TI VEDO, O SANT’AGATA GRANDE


di Redazione

Ricordo i figli che ti onorano, il poeta Volpe, il Prof.Agnelli, l’oratore Fredella, Mons. Danza, l’Arciprete Anzano, e passo a rassegna i tuoi figli, che oggi tengono in alto il tuo prestigio, il Senatore Danza, il Generale Locurcio, il Console Generale Locurcio, il Colonnello Anzano, l’onorevole Locurcio, il Procuratore Generale Carrillo, i Giudici Mele e Russo, il Prof. De Carlo, IL Pianista Danza, e tanti che su, per la scala sociale, vanno arditi, fanno risuonare il tuo nome benedetto in Italia e fuori, e vorrei cantarli con estro di genio poetico.

Ammiro, operosa Sant’Agata, gl’industriali tuoi figli instancabili, quali i Fratelli Cav. Fredella di Giuseppe, che nelle Esposizioni Nazionali e Coloniali, sempre premiati, ti rendono degna del più fervoroso plauso; gl’intelligenti coloni, che hanno dato all’agricoltura i più moderni impulsi e ne godono lo sviluppo; la classe tutta di operai in ogni ramo, che migliora sempre ed aspira ad un domani luminoso; gli stessi contadini,che vivono della terra in un miraggio di avvenire più confortante del presente, e sento il bisogno di plaudire al tuo nobile slancio e farti arrivare la fervida mia parola d’incoraggiamento e di plauso.

Sò e ne sono entusiasta, o Sant’Agata, della balda schiera di giovani studenti, che popolano Scuole Magistrali, Ginnasi, Università. Ed onorano loro stessi ed il paese; delle numerose giovanette, che vanno fidenti ed ardite, pel vasto e fiorito cammino degli studi, in gara esemplare coi giovani che non cedono di un passo; so e ne sono entusiasta che, opere grandiose, in un prossimo domani, ti renderanno bella ed attraente, faranno di te una gemma preziosa, e provo tutto l’entusiasmo del grido fatidico, che ti lancio col cuore: in alto!.....in alto!....

Fiorino

Dalle Falde del Vulture, Giugno 1934

Tratto dalla rivista Raggi di Carità 1934