(12/05/2019)
AMARCORD : DON FLORINDO LEO IL FARMACISTA


di Redazione

Ci fu un tempo in cui a Sant’Agata vi erano due farmacie: la Farmacia Mele e la Farmacia di Don Florindo, come era normalmente chiamato il proprietario.

Nato a Sant’Agata il 28 febbraio 1891, sesto figlio del geometra Francesco Paolo Leo, avrebbe voluto frequentare una scuola di musica per direttore d’orchestra, ma la vita aveva disposto diversamente per lui.

La morte del fratello farmacista, Lauro Leo, causata da una setticemia contratta per curare Oreste, il fratello medico, costrinsero Florindo a dirottare le sue ambizioni su farmacia.

Laureatosi a Napoli e ritornato poi a Sant’Agata, esercitò la sua professione per circa 50 anni. La farmacia era un punto d’incontro per molta gente del paese; il farmacista a quei tempi non forniva solo medicine, ma dispensava anche consigli e preparava pomate e sciroppi.

Ricordo ancora la mattonella bianca che usava come ripiano per preparare e miscelare unguenti destinati a curare varie patologie. Conosceva tutti (ai tempi Sant’Agata contava più di 7000 abitanti) ed era molto ben voluto dai paesani sebbene si distinguesse anche per un carattere piuttosto brusco.

Molto scrupoloso e capace, prodigava consigli e dava medicinali accettando pagamenti posticipati, anche di un anno. Di nuovo la contraddizione del suo carattere emergeva, manifestando empatia nei confronti delle persone che avevano bisogno.

Eseguiva analisi con competenza e precisione. A tal proposito aveva ricevuto molti encomi da medici specialisti che avevano visionato le sue relazioni. Amava la caccia e la campagna, dove trascorreva la più parte del suo tempo libero.

La pensione e l’età lo fecero trasferire a Portici (Napoli), anche per essere vicino a un fratello e ad un cognato. Appassionato del lavoro, aprì una farmacia anche a  Napoli, ma per motivi di salute la diede in gestione.

Morì a Portici nel 68 e lì è ancora sepolto.

Dal canto mio posso dire non solo di aver avuto l’opportunità di conoscere una personalità tanto particolare che in qualche modo ha fatto un pezzo di storia del mio paese; ho avuto l’opportunità di goderne degli insegnamenti e  dell’amore, suo e della moglie Colomba. Ancora oggi, quando riesco a tornare per le strade della mia Sant’Agata, passeggio e rivedo tutta la vita della mia famiglia e del paese.

 

Luigi (detto Ginetto) Leo