(11/04/2019)
TRADIZIONE E INVENZIONE ARTISTICA


di Rina Di Giorgio Cavaliere


di Rina Di Giorgio Cavaliere

      La Fiera del Libro per ragazzi di Bologna, dal 1° al 4 aprile, quest’anno ha presentato un nuovo progetto editoriale “I libri per tutti”, promosso da Paideia (quattro gruppi editoriali italiani per la pubblicazione in versione digitale e cartacea di libri basati sulla Comunicazione Aumentativa e Alternativa) per rendere accessibile la lettura a bambini e ragazzi con disabilità e disturbo del linguaggio e a persone con difficoltà di lettura. Un’iniziativa concreta per avvicinare proprio tutti alla letteratura anche su temi non appartenenti alla tradizione classica (i libri della Buonanotte per le bambine ribelli). 
       E’ naturale che il discorso, per quanto compendiato, cada sul concetto di genere letterario già trattato presso gli antichi, in particolare in Grecia dove si venne elaborando una chiara distinzione tra genere drammatico (la commedia e la tragedia), genere espositivo o narrativo (la lirica) e un terzo genere chiamato misto, comprendente avventure eroiche ed elementi leggendari. Nel tempo si sono cercate altre precisazioni, ma solo nel Rinascimento le varie suddivisioni ampliate sono state proposte come norme di imitazione all’attività dei poeti; fino al primo Ottocento, allorché il Romanticismo ha prospettato il superamento dei generi letterari in nome della libertà e spontaneità della creazione artistica. Nel Novecento la definizione di genere letterario serve a stabilire il rapporto tra la tradizione e l’invenzione artistica; in sintesi in quale misura i valori storici e culturali espressi da uno scrittore si possono inserire sul piano della civiltà alla quale appartengono. 
        Diremmo che sono due i filoni letterari: quello della poesia lirica il cui raggio si allarga dai sentimenti personali e dalle passioni individuali all’ambito universale e quello della narrativa e della drammatica nel cui ambito rientrano la poesia epica e la prosa romanzesca. Il romanzo realistico occupa grande spazio nella narrativa che va dall’Ottocento ai nostri giorni, quella a sfondo sociale. Nel romanzo storico trovano collocazione avventure inventate sullo sfondo di un periodo ben definito, ricostruito con maggiore o minore fedeltà al vero; mentre nel romanzo realistico è data grande parte all’analisi dei sentimenti. I moderni romanzi polizieschi appartengono al genere letterario del romanzo d’avventura, che fondava l’interesse sulla varietà degli episodi, presentati e arricchiti con fantasia.
         Il cinema ha ereditato molto dalla letteratura romanzesca; il rapporto tra film e romanzo, ma anche novella o poema epico, non può prescindere da questa vocazione che serve a spiegare le scelte operate nel tempo dall’industria editoriale e da quella cinematografica. In particolare negli anni Sessanta, quando il miracolo economico influisce sull’industria culturale italiana che può contare su un più vasto ambito di fruitori. Si rivolge anche a romanzi minori, per fornire soggetti alla commedia all’italiana o al “poliziottesco”, un genere giallo che sviluppa caratteristiche proprie e originali. Il piccolo schermo con i suoi romanzi sceneggiati (fiction) ha fatto emergere le punte più elevate di questo incontro, come la recente serie televisiva “Il nome della rosa”, già film di successo negli anni Ottanta, ma anche di quelle attuali poliziesche (vedi Montalbano).