(16/03/2019)
CHIANGÌTE CRIJATÙRE!


di MaestroCastello

Una immagine che non ho potuto mai scordare nel tempo, era quando passava il carretto dei gelati del “bar Carlone”, davanti casa mia a lu Chianghète.
Col tempo bello la vita del paese si svolgeva anche per la strada: le donne a cucire sulle scale e noi bambini a fare mille giochi. Inaspettatamente avvertivamo il trillo di un fischietto inconfondibile che annunciava l’arrivo del carretto dei gelati: di botto si smetteva di giocare e si era presi come da fibrillazione; ognuno correva dal parente adulto di riferimento che implorava a comprargli nu cuppetiélle di felicità, aiutandosi immancabilmente col pianto. 
Noi (io, mio fratello Gerardo e mio cugino Giovanni) partivamo alla volta di nonna Mariannina che, dapprima tentava di convincerci che non aveva soldi, e poi capitolava. 
Allora cominciava la difficile ricerca delle monetine in una tasca del grembiale in cui c’era di tutto: cavava fuori bottoni e pezzi di fettuccia, gessetti e tante cinque lire per quanti erano i nipoti supplicanti. 
I prezzi dei gelati erano così ripartiti : 1) lu cuppetiélle da cinque lire era quello più piccolo e quello che nonna poteva permettersi di comprarci;
2) lu cuppetiélle un po’ più grande da dieci lire; 3) infine quello da quindici lire aveva 2 coppette di gelato ( cosa per noi proibita).
Il nostro cuppetiélle da cinque lire ce lo facevamo durare un secolo.
Che tempi, poveri, ma belli!