(10/03/2019)
SANT'AGATA DI PUGLIA : GLI AGRICOLTORI COSTITUISCONO UN GRUPPO DENOMINATO " MASSERIE SANTAGATESI"


di Comunicato Stampa
Il Logo del Gruppo
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A Sant’Agata di Puglia (FG)  si è costituto un gruppo denominato “masserie santagatesi”  fondato dall’Avv. Antonietta Russo .

La nascita di questo gruppo è sorto  a seguito dei  numerosi   furti e atti vandalici subiti nelle contrade di Sant’Agata di Puglia , piccolo paese dei Monti Dauni della Provincia di Foggia.

Sant’Agata di Puglia è un paese di circa 1900 anime a vocazione agricola , prevalentemente  cerealicola .

Ancora oggi nelle contrade rurali vivono molti nuclei familiari in quanto sono titolari di aziende agricole munite di attrezzature agricole e trattori necessari alla coltivazione dei terreni.

Tra questi nuclei familiari  vi è l’Avv. Antonietta Russo , nonché  , poco distante, il prof. Dott. Giuseppe Maruotti ( ginecologo) e sempre poco distante, il Mar.llo Giuseppe Mavilia , i quali  sono  parte attiva nel gruppo ,  quali  delegati e rappresentanti del gruppo  nell’interfacciarsi con le istituzioni.

 In Italia, stiamo assistendo al” 68 dei contadini”, vista la protesta in Sicilia, Sardegna e numerose parti di Italia.

Purtroppo , vuoi per le continue razzie nelle contrade agricole, vuoi per i ricavi sempre inferiori ai costi di produzione, molti stanno abbandonando il nostro territorio e direi dell’intero comprensorio dei Monti Dauni e certo lo spopolamento e l ‘ abbandono avanza  a discapito anche dell’importante funzione di presidio del territorio che gli agricoltori svolgono.

Il settore trainante dell’intera Capitanata è “ l’oro giallo “ ma ormai tanti stanno lasciando vuoti i terreni e abbandonando l’agricoltura a causa di una politica costi / ricavi che mette in ginocchio l’agricoltura ,anche  a  seguito delle navi cariche di grano che arrivano dall’estero.

Da precisare che il trattato CETA con il Canada prevede che il grano che loro non si degnano di dare neanche ai porci perché pieno di una sostanza denominato DON e con  percentuale di un’altra sostanza denominata glifosato e altre micotossine formatesi a causa della lunga degenza nelle stive delle navi per il lungo viaggio affrontato, lo scaricano in Italia e lo portano ai mulini per fare pasta e farina.

In Canada , poiché le condizioni climatiche sono sempre eccessivamente rigide, infatti vanno a trebbiare con la neve, per far seccare il grano  e trebbiare ,diserbano con il glifosato ( c.d. seccatutto) .

Il glifosato è altamente tossico e provoca oltre il morbo di Alzheimer , malattie neurodegenerative ,  oltre ad allergie e tumori.

Il Tavoliere è il maggior produttore di oro giallo di Italia e  anziché fare la pasta e la farina con il grano italiano  molti pastai  lo fanno con quello estero .

L'obbligo di indicare in etichetta l'origine del grano duro per le paste di semola di grano duro è l'oggetto di due decreti del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali pubblicati in Gazzetta ufficiale il 16-17 agosto 2017, il quale  è entrato  in vigore il 17 febbraio 2018 .

Per il grano e per la pasta, il decreto ministeriale n. 113552/2017 prevede che:
- sull'etichetta della pasta debbano essere riportate le diciture “Paese di coltivazione del grano” (per il luogo in cui è stato coltivato il grano duro), e “Paese di molitura” (seguito dal nome del Paese nel quale è stata ottenuta la semola di grano duro);
- qualora i grani siano stati coltivati in più Paesi e le semole siano state ottenute in più Paesi, per indicare il luogo in cui la singola operazione è stata effettuata, possono essere utilizzate le diciture “UE”, “non UE”, “UE e non UE”;
- tuttavia, nel caso in cui venga utilizzato un grano coltivato per almeno il 50 per cento in un singolo Paese, per indicare il luogo in cui lo stesso è stato coltivato, è previsto l'utilizzo della dicitura “nome del Paese” nel quale è stato coltivato almeno il cinquanta per cento del grano duro “e altri Paesi”: ‘UE', ‘non UE', ‘UE e non UE'”, a seconda dell'origine.

Infine, specie per quanto riguarda la filiera della pasta, è stato obiettato che la sua qualità distintiva non è da identificarsi tanto nel luogo di origine del grano, quanto, piuttosto, nel processo produttivo di miscela dei singoli ingredienti cerealicoli che compongono il prodotto finito.

Vorrei vedere quanta gente comprerebbe la pasta fatta con grano della Russia o del Canada , se ne fossero a conoscenza , o in alternativa preferirebbero pasta  fatta con grano di  Sant’Agata di Puglia !

Agli agricoltori il grano viene pagato a 20 ( dico VENTI ) centesimi al chilo , con costi di gran lunga superiori ai guadagni, mentre sappiamo bene che un chilo di farina costa 60 centesimi e un chilo di pane in media tre euro.

E’un settore in ginocchio, e i giovani scappano a gambe levate al Nord o all’Estero a seguito di politiche scellerate di  depauperamento dell’intera categoria di agricoltori  e di  conseguenza di interi borghi  antichi e chi, come noi,  con fierezza alziamo la testa, siamo pronti a farci sentire , in un clima rovente di inizio 68 contadino , sulla scorta dei colleghi siciliani , sardi e del resto di Italia, stanchi di piegare la testa  e tirare la cinghia.

Vi ringrazio per l’attenzione e la sensibilità mostratami, ma gli agricoltori sono nati per coltivare e prendersi cura della terra  e i giornalisti  per essere   la voce  di chi  ha un problema  e dirlo a chi non ha   orecchi per ascoltare.

Sant’Agata di Puglia, lì 9/3/2019                                                                                                     Avv. Antonietta Russo