(20/01/2019)
"SEPP" IL LIBRO DI FRANCESCO CARRILLO


di Alfonso De Capraris

La Copertina del libro
 La Copertina del libro


Come da programma, sabato 19 gennaio 2019, nella Sala Rosa del Palazzetto dell’Arte di Foggia si è svolta, a cura del Comune di Foggia, la cerimonia di presentazione del libro a firma del preside Francesco Carrillo intitolato “SEPP”.

La manifestazione, bene organizzata, ed altrettanto bene riuscita, ha visto la partecipazione di una folta schiera di persone, fra cui una nutrita rappresentanza di cittadini santagatesi, a riprova, ove mai ve ne fosse bisogno, che, al di là dell’attenzione che il preside Carrillo riesce a polarizzare su di sé, l’arte, la cultura hanno il potere magico di costituire un formidabile polo di attrazione e di aggregazione delle masse.

La serata è iniziata con il saluto del sindaco Franco Landella, molto apprezzato, avendo egli posto l’accento sull’importanza del valore aggiunto costituito dalla presenza della comunità santagatese nel contesto della vita socio-politica della città di Foggia, la cui crescita la si deve anche e soprattutto all’apporto fattivo e costruttivo di queste comunità, fra cui quella di Sant’Agata di Puglia si distingue in modo particolare per l’apporto dato allo sviluppo ed al progresso della città.

E’ seguita la prolusione con cui Alfonso De Capraris, in qualità di relatore, ha effettuato una disamina del lavoro del preside Carrillo, mettendo subito in risalto la chiarezza e la concretezza della prosa adoperata dell’Autore a tutto vantaggio di una lettura scorrevole e ad un tempo gradevole, con cui Egli parla del personaggio del suo libro: SEPP, un giovane contadino del Sud, pieno di vita e di voglia di fare, inquadrato nel contesto socio-economico e politico dei primi anni del Novecento, con tutti i suoi problemi e turbolenze, sfociate poi nella prima guerra mondiale.

Molti altri aspetti del lavoro di Ciccio, come è chiamato affettuosamente da tanti, sono stati evidenziati nella sua relazione da De Capraris, come quando Egli afferma che il libro, pur rivestendo quasi il profilo di un romanzo, in realtà si tratta di un trattato storico con personaggi realmente vissuti; ma soprattutto l’opera racchiude in sé una approfondita analisi sociologica ed una una accurata indagine psicologica, con cui il preside Carrillo ha saputo scavare nell’animo del suo personaggio, soprattutto, ricavandone una figura di altissimo spessore morale, oltre che intellettivo.

La parola, quindi, è passata all’Autore del libro, il quale ha rivolto innanzi tutto un pensiero commosso ai suoi maestri di studi, ma soprattutto di vita, ed ha, altresì, ricordato affettuosamente i propri discepoli, ai quali ha saputo elargire, nel corso dei suoi quarant’anni dedicati ad inculcare l’apprendimento culturale e l’educazione spirituale nei giovani, i più saldi principi morali ed affettivi, che devono sempre accompagnare la vita dell’essere umano nel suo svolgimento.

Nel prosieguo del suo intervento il preside Carrillo si è soffermato su una componente essenziale dell’esistenza stessa dell’individuo, che è l’amicizia; traendo spunto da riflessioni filosofiche, non ultima quella di Aristotele, secondo il quale l’uomo è nato per vivere insieme al suo simile, Egli esalta il valore dell’amicizia, quella vera, non interessata, che travalica addirittura l’importanza dell’amore, che si avvale anche di elementi materiali rappresentati dall’attrazione fisica, mentre l’amicizia è qualcosa che appartiene al sentimento, non è carnale, è pura, spirituale.

Un’altra pregevole riflessione il preside Carrillo ce l’ha offerta a proposito del concetto di storia, così come la vede lui, ma che non appartiene solo a lui, bensì fa parte di quella scuola storiografica, ma se vogliamo anche filosofica, che parte da Giambattista Vico, per svilupparsi nel tempo, passando per altri pensatori di notevole spessore, quale Vincenzo Cuoco, per i quali la storia non va intesa come una linea orizzontale, ma in senso ciclico con i suoi corsi e ricorsi di vichiana memoria.

In conclusione del suo apprezzato intervento il preside Carrillo è entrato nel vivo del suo libro, per parlare di Sepp, della sua personalità, del suo carattere forte e deciso, delle sue azioni, volute o rimastone involontariamente coinvolto, come durante l’eccidio di Candela nel 1902, dei suoi amori, della sua famiglia, e per ultimo della sua partecipazione alla Grande Guerra, che lo vede combattente valoroso e vigoroso, ma anche soccombente, con il suo nome scolpito nel settimo gradone del Sacrario di Redipuglia, sotto la grande scritta PRESENTE, motivo di orgoglio e di commozione del nipote Ciccio.

Un’ultima osservazione di carattere commerciale; per la soddisfazione dell’Autore e dell’Editore, tutte le copie del libro presenti nella Sala Rosa sono state vendute.

Alfonso De Capraris