(17/01/2019)
IERI E OGGI SANT'ANTUONE, MASCHERE E 'SSUONE


di Samantha Berardino

Si festeggia oggi Sant'Antonio Abate, che dà il via al Carnevaledi Samantha Berardinola Chiesetta di Sant'Antuono

Se pensiamo a Sant'Antuono e a Sant'Agata la prima cosa che ci viene in mente è probabilmente l'antico convento dedicato al Santo, nella zona omonima, ormai in rovina, ma di cui qualche abitante del posto prova ancora a prendersi cura, come il signor Giuseppe Maruotti, con devozione immutata nei secoli, organizzando anche delle operazioni di recupero e restauro, per portare avanti il valore di culto dell'opera. 

Poi forse ci verrà in mente l'antico adagio "Sand'Anduone maschere e 'ssuone", che ricorda come in questa data abbiano inizio le feste e i giochi di Carnevale. 

Nell'Italia meridionale Sant'Antonio Abate, venerato soprattutto da agricoltori e contadini perché protettore degli animali, è comunemente chiamato Sant'Antuono, proprio per distinguerlo dall'omonimo Sant'Antonio da Padova.

E non a caso questa data, in tempi antichi, nel Sud Italia coincideva con il rito dell'uccisione del maiale, simbolo per eccellenza della civiltà contadina, che non poteva permettersi il lusso di sprecare niente: nessuna parte del suo corpo - dalla testa alle zampe, dal lardo al sangue - veniva buttata e tutto quello che non si poteva mangiare immediatamente si conservava per i mesi successivi sotto forma di prosciutti, salsicce, insaccati, fino al famoso sanguinaccio.

Il Santo era raffigurato con campanello, bastone «a tau» e fiaccola e accompagnato da alcuni animali domestici, soprattutto da un maiale, simbolo di ignoranza, sporcizia e ingordigia. Secondo diversi storici, poi, l’animale rappresentava proprio le ripetute tentazioni contro le quali il santo eremita dovette combattere nel deserto; ma era nello stesso tempo anche simbolo del lardo con il quale si curava il cosiddetto fuoco di Sant’Antonio, una malattia che in alcune zone si riteneva venisse provocata da un’anima del purgatorio per far ravvedere la persona colpita.

Inoltre a lui si affidava la buona riuscita della raccolta agricola. 

Numerose le leggende relative al 17 gennaio: secondo una molto antica nella notte di Sant’Antonio gli animali parlavano nelle stalle, raccontando i difetti e i vizi dei propri padroni e si lamentavano dei maltrattamenti subiti. Tra i riti sacri invece celebrati dalle prime ore del mattino, davanti alle chiese si benedicevano gli animali mentre al tramonto si accendevano grandi falò intorno ai quali si chiacchierava e mangiava. 

Sant'Antonio Abate nacque in Egitto intorno al 250 e morì ultracentenario a Tebaide nel 356. A  20 anni, come S. Francesco d’Assisi, abbandonò ogni ricchezza per dedicarsi alla vita monastica. Si ritirò nel deserto e diede vita all’ascetismo monastico cristiano ed è considerato il primo abate della Chiesa.

Sostenne i perseguitati al tempo di Diocleziano ed ebbe molti discepoli. Le reliquie del Santo, dopo varie peregrinazioni, sono venerate nella chiesa di Saint Antoine de Viennois dal 1491, perciò  egli  è chiamato anche Sant'Antonio di Vienne.

La presenza del culto di S. Antonio Abate a Sant’Agata di Puglia, come spiega la professoressa Dora Donofrio Del Vecchio, risale al Medioevo e lo attesta  proprio il complesso e vasto edificio ormai in rovina, un fabbricato di m. 85 per 65 circa,  quasi sulla linea di confine con Candela, del quale si possono ancora ammirare le vestigia, che a Sant’Agata viene chiamato 'cummènde re Sand’Anduòne'.

Il fabbricato, proprio per la vicinanza al Ponte romano, al torrente Calaggio e  ad assi viari di grande percorrenza, fu forse proprio sede edhospitium dell’ordine ospedaliero dei canonici di Sant’Agostino di Sant'Antonio Abate che, come già detto, assisteva malati e pellegrini diretti in Terra Santa e fu masseria regia al tempo di Federico II.

I santagatesi vi si recavano in processione due volte all'anno, il 17 gennaio appunto e la seconda domenica di maggio, quando si teneva anche una fiera di bestiame. E soprattutto il 17 gennaio, fino a tempi molto recenti, si benedicevano le campagne in previsione del risveglio primaverile.