(16/10/2018)
UOMINI DEL DOMANI


di Rina Di Giorgio Cavaliere


di Rina Di Giorgio Cavaliere

      Può apparire che gli adolescenti di oggi non abbiano più ideali, ma si abbandonino a una vita irresponsabile, quasi istintiva, immersi nella società consumistica, costantemente sotto l’influsso delle stimolazioni della tecnica. Le tristi e drammatiche esperienze della droga, eppure, stanno a dimostrare che nella profondità degli animi c’è la spinta verso qualcosa di diverso, oltre le comuni esperienze e gli avvenimenti della cronaca giornaliera. I giovani e le scolaresche presenti il 17 ottobre 2018 ad Assisi in occasione della marcia della pace, uniti nel progetto di costruire un mondo diverso, ne sono la testimonianza.
       La scuola è seriamente impegnata in questo ambito, giacché fra gli studenti si è rilevata un’alta percentuale di tossicomani. Ciò pone necessariamente interrogativi agli educatori, sollevando in essi talvolta l’inquietudine delle giornate buie talvolta l’entusiasmo delle terre ancor tutte da esplorare. Allo stesso modo si mobilita la società civile; fa notizia il muro alto quattro metri e lungo duecento costruito a Rogoreto contro lo spaccio di droga.
     Bisogna che l’impegno dei nostri ragazzi trovi nella scuola il filtro, affinché diventi anche costruttiva partecipazione, elemento qualificante la persona. La qualificazione deve nascere dall’impatto con la realtà, il solo momento di autentica verifica, perché saldamente legato alla concretezza che non stravolge anche quando si configura, come oggi da parte dei giovani che scendono in piazza, un duro richiamo ai problemi e necessità di risolverli.
      La famiglia, la scuola, la società vedono il proprio futuro nei giovani che, però, vivono condizionati da tutte le nostre paure e dai nostri pregiudizi. Se si ha il coraggio di guardare i loro progetti, emerge che essi appartengono già a un domani che appena si riesce a intravedere. Cercare la dimensione di questo futuro insieme, è una necessità. Diceva il cardinale Suhard, arcivescovo di Parigi: «Vi si chiede essere uomini del vostro tempo; ma io vi dico siate gli uomini del domani, poiché l’oggi ha il suo vero senso soltanto se porta già in sé il domani».