(11/08/2018)
SANT'AGATA DI PUGLIA E LE SUE TRADIZIONI : LA SANTA MESSA NEI RUDERI DEL CONVENTO DI SANT'ANTUONO


di Giuseppe Maruotti

di Giuseppe Maruotti

Come consuetudine, ogni anno, nel mese di agosto si celebra una Santa Messa nella chiesetta sita nei Ruderi del Convento di S. Antuono sito nell’omonima Contrada del Comune di Sant’Agata di Puglia. Quest’anno il rito religioso si terrà il giorno 18 c.m. alle ore 19.00 (in foto uno scorcio dell’interno e del prospetto principale della chiesetta in cui si celebrerà il rito religioso).

Il convento di S. Antuono in epoca romana fu’ stazione militare e  fermata di commercio,ma anche utile ristoro e presidio per quanti percorrevano la via Appia, poi masseria regia produttrice di grano e allevamento di suini.

Nel Medio divenne Convento-Monastero; una tradizione vuole che fossero stati i frati Benedettini Cavensi di S. Pietro d’Olivola, altra lo fa’ appartenere  all’Ordine Teutonico degli Spedalieri fondato da alcuni laici sotto Urbano II nel 1095, i quali veneravano come loro protettore S. Antonio Abate. Dall’Oriente arrivavano soldati al ritorno dalle  crociate, commercianti, spesso infermi, maltrattati; il convento si trasformo’ in ospedale e rifugio per viandanti e soldati.

Dal 1278 al 1304 il convento fu gestito dai Cistercensi, ordine dei monaci bianchi nato in Francia all’inizio del  XII  secolo, abili costruttori e diffusori dell’architettura gotica (testimonianza presente nel convento grazie alla conservazione di una monofora finemente lavorata e da due mensole angolari in pietra).

I ripetuti tentativi di appropriazione delle terre e dei diritti del monastero da parte del barone di Sant' Agata Goffredo di Jamville, indussero i Cistercensi sugli inizi del trecento ad abbandonare S. Antuono che torno’ alla Corona (re Carlo I D’Angio’).

Nel 1558 il cortile del convento fu ampliato, sorsero altri fabbricati; il “sito” Sant’Antuono divenne Dogana Regia (chiamata anche Posta del Pontone per la vicinanza al famoso Ponte Romano) quindi fermata obbligatoria sia per i quotidiani trafficanti che trasportavano derrate e frutta dalla Puglia a Napoli attraversando l’importante arteria stradale vicino, sia per la famosa transumanza delle pecore che dalla Puglia si spostavano verso l’Abruzzo e Il Molise.

Nel 1867 il colono Domenico Danza, avuto in enfiteusi l’immenso caseggiato, trasferì dalla Chiesa alla sagrestia (trasformata poi in Chiesetta), il Crocifisso, la statua del Santo e la pila dell’acquasanta; trasformò la chiesa originale in pagliaia, questa successivamente per incendio venne distrutta. Oggi la Chiesetta, grazie a interventi di restauro, è stata riportata allo splendore originale.