(11/06/2018)
UN NUOVO STILE DI VITA


di Rina Di Giorgio Cavaliere

Desta preoccupazione il numero sempre maggiore di bambini e ragazzi che nei paesi ricchi sono affetti da “sindrome ipocinetica”, insufficiente attività motoria associata a eccesso di peso. Tra le tante cause emergono l’esagerata protezione materna e l’uso smoderato dei mezzi tecnologici a danno del gioco e dello sport. Ricordiamo che lo scopo principale dello sport è quello ludico, non quello agonistico o competitivo, rappresentato dai modelli culturali oggi predominanti. Per praticare uno sport non sono necessarie costose attrezzature e strutture, ma si possono utilizzare le risorse naturali del territorio, come per lo swimrun. Uno sport completo, adatto a tutti, nato come sfida tra amici, ancora poco conosciuto in Italia, ma diffuso nei paese del nord Europa; alterna percorsi in acqua e corsa sul terreno. 
   Le conseguenze negative, connesse alla cattiva alimentazione o alle abitudini sbagliate, coinvolgono la percezione che gli adolescenti hanno del proprio corpo e l’immagine di sé, inoltre, sono causa di una maggiore disposizione all’infarto, alle malattie metaboliche, all’ipertensione, all’osteoporosi. Non sviluppare durante l’infanzia giusti meccanismi di coordinazione e di equilibrio porterà nel futuro a una minore efficienza fisica, che si ripercuoterà sulla qualità della vita e sui processi d’invecchiamento.
   In una corretta educazione alimentare, veicolo di formazione civile delle giovani generazioni, c’è anche un importante risvolto economico, perché educare a nutrirsi comporta di riflesso un sobrio uso del denaro e del cibo; non ultimo l’importanza di evitare gli sprechi. Pone in evidenza anche l’urgente necessità morale di un nuova solidarietà, specialmente nei rapporti fra i Paesi in via di sviluppo e i Paesi altamente industrializzati. Tre quinti dei quattro miliardi e mezzo circa di quelli che vivono nei paesi poveri si trovano in comunità prive di infrastrutture o di acqua potabile, un quarto non ha un alloggio adeguato, un quinto non ha accesso a servizi sanitari e tra i bambini due su dieci sono denutriti e non vanno a scuola. 
    Ci chiediamo come affrontare direttamente le forme strutturali di povertà esistenti nel mondo. Alcune Ong, operanti da anni nel campo della cooperazione allo sviluppo, hanno creato attraverso forme di commercio equo e solidale e di finanza etica percorsi nuovi, sostituendo ai mercati internazionali tradizionali un sistema di importazione e distribuzione attuato da cooperative e  associazioni, Basato non sulla donazione, ma sulla valorizzazione delle produzioni locali è adatto ai prodotti delle popolazioni più povere, al fine di consolidare le esperienze di chi lotta per la realizzazione della propria dignità.