(02/11/2017)
APPUNTI DI MEMORIA A CURA DI GREGORIO ZANZONIGO


di Gregorio Zanzonico
Posa Croce sul Monte inizio 900
 Posa Croce sul Monte inizio 900


1930 Arrivo acquedotto a Sant'Agata di Puglia
 1930 Arrivo acquedotto a Sant'Agata di Puglia


Il secolo ventesimo si apre con la posa, sul monte dirimpetto a Sant’Agata, di una delle cento croci metalliche voluta dal Papa Leone XIII in occasione dell’anno giubilare. L’avvenimento diede lo spunto a don Lorenzo Danza, eccellente pianista, di porre in musica le sette parole di Gesù pronunciate sulla croce. La preparazione avvenne in casa di Giuseppe Fredella,  ed il coro era formato da magnifiche voci di personalità che si dedicavano per diletto alla musica. Don Samuele Danza, geometra, Giuseppe Fredella, esattore comunale, Giuseppe Francesco Danza,insigne magistrato,presidente di Corte d’ Appello e Senatore del Regno d’Italia,e gli artigiani Gennaro Iacullo, Nicola Inneo, Gerardo Di Lillo, Giuseppe Chiucchiolo. La prima esecuzione pubblica avvenne nella Chiesa di S.Nicola il Venerdì Santo. L’esecuzione commosse i fedeli santagatesi tanto che la tradizione di continuare a cantare l’opera sacra fu mantenuta dall’organista Giovanni Mazzeo, fratello dell’arciprete Pasquale. Nella processione del Venerdì Santo la banda suona ed i fedeli cantano un inno che fu composto nel 1903. I versi dell’Inno furono composti da don Raffaele Anzano e musicato nel 1904 da Stanislao Iossa di Deliceto, maestro della banda musicale santagatese. Il 05 aprile del 1906 fu un giorno un pò strano per i santagatesi: sembrava che il sole non volesse mai alzarsi,il buio della notte continuava inesorabilmente ed anche inspiegabilmente. Tutto divenne più chiaro quando osservarono che le vie ed i tetti erano pieni di cenere. Il giorno prima il Vesuvio si era risvegliato e la cenere che aveva espulso arrivò fin nel cuore della Puglia.

Nello stesso anno si propagò una malattia infettiva, il tifo petecchiale, comunemente detto ciccioli. Per evitare il contagio e per isolare gli ammalati, questi venivano ricoverati presso il Convento S. Carlo, distrutto negli anni sessanta, dove fu approntato un lazzaretto.

Allo scoppio della guerra italo-turca (1911), il tenente di carriera militare Carmelo Barbato fu uno dei primi ad essere inviato in Libia. Con lui parteciparono all’occupazione di Tobruk-Soluk diversi santagatesi fra cui Leonardo Palazzo, Alberto Berardino e Michele Conversano che perse la vita. Tutti furono decorati con medaglia al valor militare

Nel 1907 i fratelli Barbato costruirono un’autorimessa che serviva per il deposito di pullman per il servizio pubblico di trasporto. Iniziò così un’attività gloriosa che terminò alla metà degli anni settanta.

La Grande Guerra portò via da Sant’Agata circa 1400 soldati. Erano, contadini, agricoltori,valenti artigiani ma anche personalità del ceto borghese. Le donne, mogli, figlie,sorelle e madri di soldati,continuarono il lavoro dei loro famigliari, coltivando con sacrificio i terreni. I soldati si comportarono onestamente nel cruente conflitto, molti furono gli episodi in cui si distinsero per atti di valore eroico. Basta citare il capitano Carmelo Barbato,il capitano Giuseppe De Capraris, il sottotenente Silvio Volpe, il sottotenente Silvio Mele, che furono decorati alla memoria con medaglia d’argento. L’elenco di tutti i soldati morti in guerra è scritto alla base di un monumento che si trova in piazza. I dolori ed i lutti non terminarono con la fine della guerra. Nel 1919 si diffuse in tutta l’Europa una malattia, la spagnola, che fece molte vittime. Nonostante la guerra, le attività produttive  continuarono a Sant’Agata. I fratelli Russo misero in funzione dei generatori per la produzione della corrente elettrica. Finalmente anche a Sant’Agata di sera si potevano accendere le lampadine nelle abitazioni. In seguito il servizio di produzione di corrente elettrica fu preso in mano dei fratelli Fredella. I Fredella Non solo producevano in proprio la corrente elettrica  ma distribuivano anche quella generata dalla ditta Vigorita di Lacedonia. L’attività cessò agli inizi degli anni sessanta con la nazionalizzazione della produzione e distribuzione della corrente elettrica. In questo stesso periodo Nicola Danza Impiantò il primo mulino moderno, seguiti subito dai fratelli Fredella.

Conseguenze della guerra furono quelle di avere bambini orfani e vecchi rimasti soli. Monsignor Don Donato Pagano ebbe l’idea ardita di costruire una casa per il ricovero per queste persone sole. L’8 maggio del 1919 fu posta la prima pietra di quella che in seguito sarà la Casa del Sacro Cuore di Gesù. A distanza esatta di cinque anni, con il contributo e la partecipazione di tutti i santagatesi, la Casa fu inaugurata ed affidata alle suore missionarie zelatrici del Sacro Cuore. La Casa iniziò, nel gennaio del 1927, la pubblicazione di un bollettino dal titolo Raggi di Carità. Nel 1927 si verificò un evento eccezionale: arrivò la prima radio. La portò dall’America Leonardo Russo suocero di  Buonifacio  Florio

In pieno periodo fascista, nel 1929, quando in tutta l’ Italia regnava l’ordine, a Sant’Agata scoppiò la rivoluzione. I santagataesi nelle proprie case allevavono  animali domestici, come conigli, maiali e galline, e depositavano cavalli, muli ed asini. Il letame veniva trasportato e depositato a qualsiasi ora del giorno in diverse discariche vicino al paese. Il podestà, l’avvocato Donato Barbato, volle, per motivi igienici, regolamentare l’allevamento degli animali. Infatti in una zona sotto il castello, alle spalle del paese, fece costruire dei locali dove poter sistemare gli animali domestici. I Santagatesi non vollero accettare delle misure molte estreme e si ribellarono. Nella rivolta, il municipio fu assalito e molti registri anagrafici ed altre suppellettili furono bruciati Il nuovo podestà, il cav. geometra Samuele Danza, con l’aiuto di eminenti autorità concittadine come il Senatore Giuseppe Francesco Danza e l’on.  Locurcio, ottenne due rilevanti risultati. Prima di tutto all’intestazione della stazione ferroviaria  di Candela fu aggiunto quello di Sant’Agata. In seguito, con l’aiuto di S.E. Postiglione, Presidente dell’Ente Autonomo dell’Acquedotto Pugliese, fu costruito l’acquedotto, conosciuto come Acquatorta, che permise ai Santagatesi di poter usuffrire dell’acqua corrente. Dovettero trascorrere circa trenta anni affinchè tutti i Santagatesi potessero eseguire il collegamento all’acquedotto. La conduttura esterna venne inaugurata solennemente e con grande soddisfazione l’11 novembre del 1930. Il 23 luglio del 1930 il paese fu scosso da un forte terremoto. Gravi le conseguenze: molte case rurali furono distrutte, mentre molte altre abitazioni del paese subirono gravi lesioni. Il Convento di S. Carlo riportò tali danni che fu abbandonato dai pochi monaci rimasti. Le statue e gli arredi sacri furono trasportati con una solenne processione nelle varie Chiese. Il Convento rimase abbandonato fino alla sua distruzione che avvenne per far posto ad un campo sportivo.

La memoria storica degli avvenimenti risiede nel ricordo e nel racconto degli anziani ma anche in quelli del protagonista. Come protagonista voglio raccontare un episodio che solo gli anziani riescono a ricordare che si continua ancora a tramandare. L’avvenimento si verificò alla sera del 12 giugno del 1937 nella Chiesa della S.S. Annunziata, l’attuale convento S. Antonio. allora ero un giovane organista della Chiesa. Al rientro della Processione delle Quarant’ore, l’ostensorio con il S.S. Sacramento veniva esposto per l’ultima adorazione prima di metterlo nel Tabernacolo. Ai piedi dell’Altare erano inginocchiati tre sacerdoti: Don Remigio Cela, padre spirituale della Chiesa, Don Marciano Palazzo, alla sua sinistra, e Don Luigi Locurcio  alla sua destra. Tutti gli altri sacerdoti erano nel coro della Chiesa: Mons. Donato Pagano, Don Pasquale Mazzeo, Don Michele Danza. I fedeli intonavono il canto Ti Adoriamo. Mentre i tre sacerdoti guardavano l’Ostia consacrata nell’Ostensorio, ad un tratto comparve raffigurato il volto di Gesù. La sorpresa, lo stupore e lo sbalordimento del grande evento fu tale che i sacerdoti officianti rimasero impietriti. Molti fedeli si resero conto dell’accaduto e si accalcavono  l’uno sull’altro per vedere il volto di Gesù. A quel punto, Mons. Pagano diede ordine di togliere l’Ostia dall’Ostensorio e di portarla nel Tabernacolo della Cappella di S. Francesco. Il giorno successivo, durante la celebrazione della S.Messa mattutina, l’officiante consumò l’Ostia miracolata. Con il 1940 si inizia una nuova guerra, che come tutte le guerre porta lutti e distruzioni. Molti Santagatesi, dopo la guerra vanno via dal paese per poter lavorare. La mi a emigrazione ha spezzato il filo della vita quotidiana vissuta nel paese. Gli avvenimenti saranno raccontati da chi ha vissuti in modo che il ricordo si non si perda

Gregorio Zanzonico