(26/06/2017)
SANT'AGATA DI PUGLIA :CHIAVI DI VOLTA E PORTALI IN PIETRA


di Redazione

 

Nei paesi del Subappennino Dauno il lavoro artistico-artigianale degli scalpellini ha avuto una larga diffusione ed è stato adottato da tutte le categorie sociali, con forme e materiali adeguati ai gusti e alle possibilità economiche di ciascuna.

Che la forma fosse dettata da desideri imitativi più validi e complessi visti altrove, dal sentimento religioso o, in mancanza di indicazioni più precise, dalla fantasia dell’artigiano che attingeva quanto appreso dal “mastro”, tutto il portale, o parti di esso, ma sempre e soprattutto la chiave di volta (serraglia), servivano a rapprensentare lo stato sociale e il grado culturale del committente: simboli araldici, quindi, come gli stemmi familiari, emblemi di mestieri e professioni, oppure semplici motivi ornamentali che servivano in ogni caso a delimitare, lungo gli spigoli degli edifici che separavano una via dall’altra, lo spazio di “proprietà” delle varie famiglie. Poi il bisogno, innato, di lasciare una testimonianza a “firmare” la propria anche umile presenza, rivelabile dal fatto che anche gli elementi puramente funzionali e specialmente poco “rappresentativi” come i sostegni per i balconi e gli attacchi per gli animali, venivano scalpellati in maniera più o meno elaborata ma per esprimere sempre il gusto e l’amore per le cose.

È interessante infatti notare come anche i portali delle più umili abitazioni non siano mai miseramente rozzi.

Addentrarsi poi nelle interpretazioni delle svariatissime immagini (leoni rampanti, spade, draghi, demoni, marine, conchiglie, ecc.) significherebbe penetrare in quell’universo oscuro di bizzarre fantasie, di inconsapevoli credenze, di immemorabili scongiuri, riti, superstizioni, desideri, pulsioni che costituivano l’inocscio collettivo delle comunità rurali.

Al marmorato santagatese, tra cui “la Pietra Rosa del Calaggio” e la pietra favaccia, alla pietra di Apricena e di Trani, oppure alla più umile pietra ricavata dai macigni recuperati nel greto dei torrenti, il mondo contadino ha affidato la sua memoria.