(22/04/2017)
SCHERZO-FANTASIA
(Hommage a la memoria di un grand artiste: Bonifacio Florio)

di Alfonso De Capraris
Carl Ditters Von Ditterrsd...
 Carl Ditters Von Ditterrsd...


Le Metamorfosi di Ovidio
 Le Metamorfosi di Ovidio


 

Premessa.

La citazione delle composizioni, soprattutto di quelle meno note, con accanto i nomi dei rispettivi autori, a volte definiti “minori”, laddove l’attributo deve intendersi, a mio avviso, non in relazione al livello artistico delle loro opere, comunque sempre pregevole, ma piuttosto alla non frequente esecuzione delle stesse, che, proprio perché rare, sono più preziose, vuole essere soltanto un invito e nello stesso tempo uno stimolo ad entrare nello sconfinato mondo della Musica, per una lettura ed una conoscenza più attenta ed approfondita della sua meravigliosa storia, se è vero, come è vero, che La vita senza la musica sarebbe un errore (Friedrich NIETZSCHE, 1844-1900).

 

Capitolo sesto.

Lascio i tabagisti, incontrati nel capitolo precedente, avvolti nelle loro volute di fumo, e riprendo il mio cammino nel corridoio di cui parlavo prima, e che man mano che avanzavo, assumeva sempre di più l’aspetto di una grande galleria, dal momento che entrambe le pareti erano tappezzate di enormi “Quadri” (Georg Philipp Telemann, 1681-1767), che il curatore della mostra aveva disposto tenendo presenti i soggetti trattati.

E così sulla parete di destra erano esposti quelli riguardanti scene e personaggi presi dall’antica mitologia greca, quale la grande tela raffigurante la scena “Apollo uccide il mostro a Delfo” (Luca Marenzio, 1554-1599), quindi a seguire “La caduta di Fetonte” (Jean-Baptiste Lully, 1632-1687), e poi “Penelope nella partenza per Sparta” (João de Sousa Carvalho, 1745-1800), “Arianna a Nasso” (Jirí Antonín Benda, 1722-1795), “Filemone e Bauci” (Pierre-Alexandre Monsigny, 1729-1817), “Diana ed Endimione” (Joseph Franz Weigl, 1740-1820), “Didoneabbandonata” (Domenico Natale Sarro, 1679-1744), “La liberazione di Andromeda da parte di Perseo”, (August Carl Ditters von Dittersdorf, 1739-1799), ricavata dalle “Metamorfosi di Ovidio”.

E si sarebbe continuato ancora per non so quanto, se il mio sguardo non fosse stato interessato sottecchi da altri dipinti che avevano attirato la mia attenzione; difatti sulla parete di sinistra pendevano lavori i cui autori erano stati ispirati da racconti e personaggi tratti dai testi delle Sacre Scritture, quali “Il sagrifizio di Jephte” (Baldassarre Galuppi, 1706-1785), il “Canto di Mosè” (Etienne Moulinié, 1599-1676), “La leggenda di Giuseppe” (Richard Strauss, 1864-1949), “Mosè in Egitto” (Leopold Antonin Kozeluch, 1747-1818), lo “Stabat mater dolorosa” (Josquin Desprez, 1450 ca,-1521), “La tentazione di Sant’Antonio” (Paul Hindemith, 1895-1963), “Morte e sepoltura di Giacobbe” (Johann Kuhnau, 1660-1722).

Ed anche con i temi biblici le cose sarebbero andate per le lunghe, se la mia promenade non fosse stata interrotta dalla mia guida, la quale mi indicava con un gesto il sopraggiungere di una folta schiera di persone costituita da dignitari, cortigiani, dame di corte, cavalieri, armigeri tutti in costumi d’epoca, i quali, avanzando con un’andatura che ricordava la “Processione del Sardar” (Michail Ippolitov-Ivanov, 1859-1935), si dirigevano verso un ampio salone, riccamente addobbato a festa, che solleticava come non mai la mia curiosità.

Senza frapporre indugio, mi accodo al corteo ed entro in questa specie di reggia, dove i miei occhi restano come abbacinati dallo splendore che vi regnava tutt’intorno: arazzi favolosi, specchi con cornici in oro zecchino, antiche consolle ricoperte di marmi pregiati, sculture di pregevole fattura realizzate da “Benvenuto Cellini” (Eugène-Emile Diaz de la Pena, 1837-1901), così come il pavimento che era tutto un mosaico di ineguagliabile bellezza.

Un ambiente, insomma, degno di accogliere le teste coronate di tutta “L’Europa” (Alessandro Melani, 1639-1703) ed oltre, qui datesi convegno, secondo quanto mi riferiva la mia guida, per onorare con la loro presenza “Il matrimonio” (Bohuslav Martinu, 1890-1959) fra “Ginevra di Scozia” (Johann Simon Mayr, 1763-1845) ed il re d’Inghilterra “Enrico VIII” (Camille Saint-Saëns, 1835-1921).

Alfonso

(Il sogno continua)