(20/01/2017)
LA SCIENZA DEGLI UOMINI NEL TEMPO


di Rina Di Giorgio Cavaliere

La storia è “la scienza degli uomini nel tempo” secondo la nota definizione di M. Bloch. I giudizi storici, come più volte si ama ripetere, si rivelano in alcuni casi provvisori e vengono continuamente rivisti o per la conoscenza di nuovi documenti e testi o per una più profonda valutazione di ciò che già sappiamo, grazie a una nostra maggiore esperienza storica e umana.

A conferma giunge un nuovo studio pubblicato dal museo di Amsterdam, che porta il nome di Anna Frank, in cui si mette in dubbio la tesi finora ritenuta più autorevole sulle circostanze in cui la giovane ebrea e i suoi familiari furono scoperti dai servizi di sicurezza nazisti. Ronald Leopold, direttore esecutivo del museo, afferma che il rapporto mostra altri aspetti, sui quali sarebbe opportuno soffermarsi, per formulare altre ipotesi.

Il diario della giovane Anna Frank, pubblicato dopo la seconda guerra mondiale, ben lo sappiamo, rimane il documento simbolo del genocidio degli ebrei. L’orrore di quella tremenda guerra è denunciato anche dalle parole quanto mai vive e toccanti della poesia “Kinderkreuzzug 1939” di Bertold Brecht. Allo stesso modo risulta interessante l’opera di Peter Weiss “L’Istruttoria”, che affronta con estrema lucidità e obiettività il problema dei campi di concentramento.

Nel settore artistico, che permette di arricchire il patrimonio delle conoscenze e affrontare problematiche importanti per la formazione umana, sono da segnalare i disegni della pittrice Käthe Kollwitz e le sculture di Ernst Barlach, che bene illustrano l’orrore della guerra. E’ giusto avere una visione chiara di questo periodo, giacché ha condizionato e tuttora condiziona la vita di ogni giorno. Non si deve avere un’idea vaga della parola razzismo, né essere degli incoscienti di fronte alla parola guerra, tante volte pronunciate, ma tanto difficilmente riflettute.

E’ auspicabile la formazione, necessariamente lenta e paziente nell’ambito critico, della capacità di informarsi, confrontare e infine giudicare, fondandosi non su preconcetti ideologici aprioristici, ma su un esame attento e sereno dei fatti, documenti e testimonianze. A costo di diventare strabici, si deve imparare a guardare con un occhio il futuro e con l’altro il passato, tenendo i piedi nel presente.