(23/11/2015)
LA PORTA DELLA MISERICORDIA


di Rina Di Giorgio Cavaliere

E’ tempo di affrontare alcuni dei problemi più gravi che riguardano il mondo moderno; quei problemi che tingono spesso dei colori della tragedia la vita di tanti esseri umani come è accaduto per i recenti attentati terroristici. Tramite i media sono entrate nelle nostre case notizie, interviste e opinioni in tempo reale. La parola libertà è stata spesso ripresa ed evidenziata, perché l’elenco dei diritti di libertà è aperto, non si può ridurre senza regredire verso la tirannia; è destinato ad arricchirsi di altre voci quanto più s’innalza il livello di educazione politica di un popolo o si affina il sentimento della dignità morale dell’uomo come elemento attivo della comunità.
In conseguenza di tali eventi è stata intensificata la vigilanza a livello 2 su tutto il nostro territorio nazionale, in particolare per la città di Roma e per lo Stato vaticano; Roma papale, con il tempio di San Pietro e la sede del Sommo Pontefice, è ancor oggi il centro del mondo cristiano. Dopo i Patti Lateranensi il Vaticano ha assunto un’altezza morale, cui da secoli non era pervenuto; rappresenta il potere temporale della Chiesa. Nel 1527 non riuscì con i suoi armati a trattenere i Lanzichenecchi, ora ha confini segnati appena da una linea che in piazza san Pietro congiunge le estremità del colonnato del Bernini, ma quando Pio XII parlò al popolo di Roma e al mondo nel 1944, i soldati di Hitler, che avevano occupato la città ed erano presenti armati, non osarono oltrepassare quella simbolica linea di confine.         

Benché sia in aumento la preoccupazione per l’imminente Giubileo e per il suo viaggio in Africa, il Papa all’udienza generale in piazza San Pietro, davanti allo smarrimento di questi giorni ha esortato ad aprire le porte per andare incontro agli altri: “Niente porte blindate nella Chiesa”. Il segretario di Stato vaticano Parolin, la persona che dopo il Pontefice ha maggior potere, ha ribadito: “Nessun passo indietro sul Giubileo, è quanto mai necessaria un’offensiva della misericordia”; nel contempo le comunità islamiche moderate hanno manifestato per dire no al terrorismo.

Il fondamentalismo è la risposta che, soprattutto nell’Islam, viene offerta alla rivendicazione di una società più giusta che proviene dalle popolazioni del sud del mondo, spesso bandiera per la rivendicazione di una identità etnica e culturale. Nonostante la continua irruzione di modernità, la straordinaria crescita delle conoscenze scientifiche e della tecnologia, l’incessante produzione di nuovi modelli culturali, le religioni permangono come un sistema mentale pressoché universale.

 In che modo l’Occidente può rispondere a questa sfida? Tramite l’assunzione di un’etica della responsabilità: mirare al riconoscimento della differenza non solo come dimensione esistente e dunque possibile, ma come valore, alterità dialogica, comunicazione praticabile.