(02/07/2015)
PRESENTATO IL PRIMO BILANCIO DEL "PROGETTO PRESIDIO", IMPORTANTE IL RUOLO DI FOGGIA
Continua la lotta della Caritas contro lo sfruttamento dei lavoratori stagionali

di Comunicato Stampa

Si è svolto il due luglio 2015 nella cornice dell'Expo a Milano la presentazione dei dati relativi al primo anno dalla nascita del "Progetto Presidio".

Bilancio positivo, anche se la strada è ancora in salita.

All' incontro erano presenti Oliviero Forti responsabile dell'immigrazione Caritas Italiana, Manuela De Marco che ha snocciolato i dati, David Mancini, direttore distrettuale dell'antimafia de L'Aquila e Don Raffaele Sarno direttore della Caritas di Trani. Per Foggia era presente il nostro direttore Don Francesco Catalano.

Lo scorso anno la Conferenza Episcopale Italiana, attraverso la Caritas Italiana ha deciso di dare un segnale forte per mettere la parola fine ad un fenomeno che da tempo assume i contorni della schiavitù.

Gli operatori girano per le campagne su furgoni e camper riconoscibili grazie al logo "Progetto Presidio" e possono seguire così, tramite una banca dati, gli spostamenti dei lavoratori e garantirgli assistenza.

Importanti i numeri:

2000 persone si sono già rivolte a questo servizio.

10 i presidi collocati in punti strategici dell'Italia, da Saluzzo a Ragusa.

Tra le dieci Caritas Diocesane già attive c'è anche quella di Foggia, che con i suoi quattro operatori ed i due presidi realizzati nel Gran Ghetto e presso la Stazione Ferroviaria della stessa città, è risultata essere la seconda diocesi in Italia per intensità di lavoro svolto a favore dei più deboli.

Infatti, il 19,2% di tutti i migranti che, in Italia, hanno beneficiato di questa importante iniziativa è stato intercettoato dai nostri operatori del Presidio di Foggia. 

L'agricoltura è uno dei settori trainanti della nostra economia- commenta don Francesco Catalano presente all'evento - e' proprio da qui che dobbiamo ripartire per una vera ripresa economica. Questo sarà possibile grazie soprattutto ai tantissimi migranti che ogni giorno lavorano nei campi e nel settore della pastorizia, i quali fanno la fortuna del nostro territorio. Non possiamo permettere che questo prezioso apporto venga ricambiato con vergognose condizioni di accoglienza o con addirittura la riduzione in schiavitù dei lavoratori stagionali. Finché ci saranno ingiustizie, continueremo come Chiesa insieme agli altri attori del territorio, a tenere le luci accese su una drammatica realtà vergognosamente e volutamente ignorata