(15/04/2015)
LA PIGNA


di Mario De Capraris

La cosa ormai era stata decisa da molto tempo, per cui all’alba del 9 maggio 1516 Don Antonio, parroco della chiesa di San Nicola, e il capo della confraternita Gerardo P. si alzarono per partire. Gerardo cacciò i due muli dalla stalla. Stretto il basto ad ognuno di essi, salì insieme al parroco sulle cavalcature e si misero in cammino.

Gerardo all’ultimo momento fu preso dal dubbio:

“Arrivare fino a Vallata, quando potevamo incaricare uno scalpellino al paese nostro!”

“Lo sai anche tu che a Vallata c’è la scuola più prestigiosa di scalpellini” disse il parroco, deciso della scelta di andare fuori Sant’Agata a cercarsi gli artisti più bravi.

“Don Antonio, scusami” disse Gerardo “ma fra tanti soggetti sei andato a pensare a una pigna…. Per una fonte battesimale avrei capito, non so, la forma di un pozzo, dove prendere l’acqua da versare sulla testa del bambino, o che so io, la forma di una bacinella, una conca, insomma un oggetto da dove si prende l’acqua, ma una pigna… Come mai hai pensato alla pigna?”

“Non lo so. È la prima cosa che mi è venuta in mente e mi è sembrata la più bella.”

Ad Accadia fecero una sosta e poi anche ad Anzano. Nel tardo pomeriggio avvistarono Vallata. Gerardo, guardando sorpreso verso le case, disse:

“Dal nome sembrava che il paese si doveva trovare a valle, ma, a quanto vedo, si trova su una montagna. Forse è più alto del nostro.”

In lontananza si vedevano i paesi di Trevico e Bisaccia.

“Ecco le vere zone nostre” disse Don Antonio. “Io se giro per questi paesi mi sento a casa mia. Abbiamo quasi lo stesso dialetto, le stesse usanze. Se vado per le strade vedo gente che mi sembrano parenti. Le Puglie sono zone che appartengono a tutta un’altra cultura.”

Intanto si recarono alla bottega degli scalpellini.  Sentito il lavoro che gli veniva commissionato, il capo dei lavoranti rispose nel modo più deludente possibile:

“E’ un lavoro che non possiamo fare perché siamo impegnati con una chiesa per un incarico che durerà ancora molto. Tornate l’anno prossimo e ne riparliamo.”

Vista la delusione sul volto dei due committenti, lo stesso scalpellino si affrettò a dire:

“Però se volete, c’è uno solo che vi puo’ fare questo lavoro. È un aiutante di belle promesse, ma è un ragazzo, non so se sarete disposti a dargli fiducia.”

“Ma voi dite che sarà capace?” chiese Don Antonio.

“Conoscere il mestiere, lo conosce. Ma è giovane. Se volete subito la vostra pigna dovete fidarvi. “

Intanto si avvicinarono al giovane che, bianco di polvere, era impegnato a un pezzo di marmo. Il suo aspetto gracile e minuto non era quello giusto per infondere fiducia, ma i due santagatesi non volevano aspettare oltre per la realizzazione dell’opera, perciò, rimasti soli col ragazzo, si prepararono a dargli le spiegazioni necessarie relative al monumento. Quello ascoltò ascoltò e alla fine disse:

“Mi piace il soggetto che avete scelto. Come in natura la pigna è una resistente custodia per i semi che contiene, così la fonte battesimale sarà la custodia più robusta per ciò che di prezioso tiene dentro e cioè l’acqua santa.”

Questa spiegazione rese talmente felice Don Antonio che da allora si affidò completamente nelle mani del giovane scalpellino. Così quando quello disse anche che non voleva usare il marmo bianco perché gli sembrava troppo usato e che invece voleva cercare un materiale più originale nel fiume vicino, e cioè la pietra rosa del Calaggio, i due santagatesi non opposero la minima resistenza, sebbene dentro di loro il sesto senso suggeriva che forse era un azzardo usare questa pietra. Al fiume Calaggio avrebbe trovato una pietra delle dimensioni che volevano loro per la fonte battesimale? Ed era sicuro che l’avrebbe trovata rosa? E perché proprio rosa? Sarebbe stato un colore adatto o invece avrebbe dato fastidio alla vista?

Il giorno dopo, sulla via del ritorno, rimasero silenziosi per tutto il tragitto. Li rodeva il dubbio che forse erano stati troppo frettolosi. Forse avrebbero dovuto pensarci con calma e aspettare che i vecchi scalpellini si rendessero liberi, anche se sarebbe passato molto tempo. Non dovevano affidarsi ad uno scalpellino giovane e senza esperienza.

Ma al paese dissero che avevano commissionato il lavoro agli scalpellini più bravi e che quelli avevano assicurato che sarebbe stato un capolavoro.

Il giorno previsto un carro fu visto avanzare dalla strada di Accadia. Quando fece il suo ingresso sulla piazza di Sant’Agata tra due ali di folla, la pigna della fonte battesimale ebbe un successo inimmaginabile. Gerardo e Don Antonio si guardarono con gli occhi lucidi e non riuscivano a parlare. Il loro pensiero andò a quel gracile scalpellino verso il quale avevano avuto tanta fiducia ma che aveva provocato loro anche tanti dubbi.