(14/12/2014)
IL GIORNO DI MONSIGNOR PELVI, NUOVO VESCOVO DI FOGGIA . " ARRIVO CON TREPIDAZIONE E FIDUCIA MA NESSUN TIMORE "


È il giorno di monsignor Pelvi, nuovo vescovo di Foggia al posto di Tamburrino. Questo il ringraziamento di Pelvi: “Fratelli e sorelle carissimi, inizio oggi, nel nome del Signore, il mio servizio episcopale nella Chiesa di Foggia – Bovino. A questo servizio mi ha chiamato Papa Francesco e ho accolto con gioia la sua volontà. Desidero lodare il Signore della vita che sempre ci sorprende con i suoi doni e mai si stanca di radunare la sua Chiesa, arricchendola di ogni bene.           
Ringrazio Sua Eminenza il Cardinale Agostino Vallini, per la paterna vicinanza; come Vicario del Santo Padre per la Diocesi di Roma rende visibile il nostro vitale legame con il successore di Pietro, al quale rinnoviamo la profonda gratitudine per la sua luminosa parola e la gioiosa testimonianza”. Poi un “affettuoso grazie all’amato Arcivescovo Francesco Pio (Tamburrino, ndr), che mi consegna questa Chiesa bella, da lui guidata per oltre undici anni, impegnando le sue capacità per l’annuncio del Vangelo, rimanendo vicino alla gente, soprattutto a chi è più provato dalle difficoltà della vita. Un fraterno saluto ai confratelli vescovi la cui presenza e preghiera è motivo di reciproco sostegno e rinnovata amicizia. Ai fratelli di fede non cattolica esprimo la disponibilità a collaborare al servizio della verità, in un dialogo rispettoso, convinto che la fede non distrugge la ragione ma la illumina. Una parola di viva cordialità e di riconoscenza vorrei rivolgerla al Sindaco di Foggia, a tutte le autorità civili e militari, che hanno voluto assicurare oggi la loro vicinanza. Abbiamo un percorso da condividere, al di là degli specifici ambiti di competenza, ed è il bene comune del popolo. Voi lo ricorderete a me ed io farò altrettanto con voi, se mai dovessimo in qualche maniera dimenticarlo. La passione della Chiesa è l’uomo vivente con le sue problematiche, le attese e le preoccupazioni. Penso in questo momento ai membri più vulnerabili e insieme più preziosi della realtà diocesana e della società in genere, ai sofferenti di ogni tipo, ai malati, ai carcerati, ai poveri, a coloro che sono oppressi dalla fatica di vivere, a tutti coloro che nel profondo del loro cuore, sapendolo o no, sono in attesa del Vangelo di Gesù Cristo, della rivelazione della tenerezza di Dio”.
Fonte www.immediato.net