(24/03/2019) LA CHIESA DELLA S.S.TRINITA' A SANT'AGATA DI PUGLIA di Dora Donofrio Del Vecchio | ||
La Chiesa della SS.ma Trinità Il notaio Francesco Antonio Basso, marito di Beatrice Nova, uomo magnanimo e dotto, per un voto fatto alla SS.ma Trinità con testamento lasciò la considerevole somma di ducati 4500 per costruire la chiesa della SS.ma Trinità con annesso ospedale con quattro camere. Detto ospedale doveva ricoverare ed assistere pellegrini, forestieri bisognosi, malati e poveri di Sant’Agata. Il testatore ne affidò la cura al vescovo di Bovino mons. Alessandro Cantoli ed alla marchesa di Sant’ Agata. Chiesa ed ospedale sorsero tra la Piazza nuova e la Portanuova, quasi sicuramente ove sorgeva la chiesa di S. Maria del Soccorso con annesso ospedale di origine medioevale, ospedale di cui aveva cura la confraternita della SS.ma Annunziata del frati francescani del convento della SS.ma Annunziata. La chiesa rientrava e rientra nella giurisdizione della parrocchia di San Michele Arcangelo. Un sacerdote scelto dal parroco di detta parrocchia vi doveva celebrare i divini uffici, affiancato da altre tre persone incaricate di prestare cura ed assistenza ai malati e ai bisognosi ricoverati. Il sacro edificio, edificato nel 1720, come attesta l’epigrafe che sormonta il portale d’ingresso, ha una lunghezza di mt. 13,50 circa, una larghezza di mt. 5, l’altezza di mt. 9. Un dipinto di Salvatore Ferrari, datato 1716, adorna l’altare. Con il tempo chiesa ed ospedale furono stretti dalla costruzioni di abitazioni di privati cittadini. Nel corso dei secoli la chiesa è stata più volte restaurata. Tra i più recenti lavori di restauro citiamo quelli fatti eseguire prima del 1930 per incarico del Comune di Sant’Agata dal mastro muratore Raffaele Iacullo, che restaurò volta e soffitto rovinati da infiltrazioni d’acqua piovana. Nel 1980 sempre il Comune conferì all’artista Enzo Liberti l’incarico di ristrutturare la chiesa, ristrutturazione che il Liberti realizzò tenendo presente il mistero della SS.ma Trinità, le invocazioni di misericordia indirizzate al Padre, al Figlio ed allo Spirito Santo, esponendo in tondi e rettangoli l’opera del Signore attraverso il racconto biblico della creazione. Il dramma della Passione e morte di Cristo è stato dall’artista rappresentato in 14 altorilievi realizzati in terracotta patinata in rame. Nel colloquio artistico viene esaltata la presenza a Sant’Agata di quattro Santi: S. Guglielmo da Vercelli, S. Giovanni Leonardi, S. Alfonso de’ Liguori, S. Gerardo Majella. La porticina del tabernacolo si collega alla Via Crucis e rappresenta la pietra tombale custodita da due legionari romani. La volta dipinta di bianco, “come tele di lino gonfiate dal vento”, mette in risalto la controsoffittatura in legno. L’ultimo restauro restituisce oggi alla comunità una chiesa dalla storia molto antica costruita per dare, con la preghiera, conforto e assistenza spirituale a poveri e sofferenti, per esaltare le opere di misericordia, per rinvigorire la fede. L’ospedale annesso alla chiesetta (citato da Lorenzo Giustiniani nel Dizionario geografico ragionato del Regno di Napoli), andate disperse le risorse economiche lasciate dal Basso, affidato alla Congrega di carità, nel 1872, quando era sindaco di Sant’Agata Francesco Paolo Barbato e presidente della Congrega l’arciprete don Giuseppe Danza, fu trasferito in alcuni locali del soppresso monastero benedettino di S. Maria delle Grazie, ove cadde in abbandono. Lo sostituì l’ospedale sorto presso la Casa del S. Cuore di Gesù per volere di don Donato Pagano nel 1923, e quei locali del monastero benedettino furono successivamente destinati ad aule scolastiche. Bari, 24 marzo 2019 Dora Donofrio Del Vecchio
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