(05/12/2018)
POETI E SCRITTORI SANTAGATESI VITO LOCURCIO : LA SEGGIOLA DI PAGLIA


di MaestroCastello

LA SEGGIOLA DI PAGLIA 

In un cantuccio una seggiola impagliata
si lamentava d’esser trascurata
mentre un fanciullo, lì, quasi per gioco
sfilacciava le sue treccine a poco a poco.

Quegli pensava : - Ormai non serve a nulla!
Crucciata la seggiola : - Presso la culla 
- disse - mi tenne nonna tua ora defunta
e amata e rispettata fui per giunta!

Nella sua casa ero ben custodita
e guai se qualcuno con le dita
osava rovinar la mia fattura...
volavan scappellotti addirittura!

Il nonno mi usava gran rispetto 
quando mi portava accanto al letto 
per appoggiar le vesti, a tarda sera,
prima d’iniziar la sua preghiera.

Tuo padre, ch’era ancora fanciullino,
gradiva sempre me presso il camino:
appoggiando i suoi piedini ai miei pioli...
dalla pignatta rubava dei fagioli.

Poi che divenne grande, con sé ancora,
mi volle tra i mobili della sua dimora.
Ora che di me conosci tutto,
lasciami stare, non mi trattar di brutto!

Il piccolo comprese la lezione 
e ripose le treccine in posizione; 
poi, vedendo mamma lavorare a maglia:
- Aggiustiamola, - concluse - la seggiola di paglia!

(Vito Locurcio, maestro elementare e poeta)

La particolarità di questa poesia è che “è fresca di giornata”, infatti è stata composta appena ieri 4 dicembre e l’autore ha voluto farcela recapitare non appena l’ha finita di comporre, ancora scritta a penna e di questo noi lo ringraziamo di cuore.

Compreso...
persevero
nell’ascesa pacata
dell’inverno:
i gradini
del paese
nascondono l’altezza 
sotto il grigiore
del ghiaccio.
Lo sguardo...
non s’annulla 
agli occhi tuoi
l’ansia che coinvolge 
l’attesa;
ma tutto tornerà 
daccapo liscio
e terso per il consueto 
ritmo del tempo 
nel divenire.
(Vito Locurcio