(27/11/2018)
LETTERA DI UN AMICO EMIGRANTE


di Redazione

 

Sono un compaesano emigrato ben 62 anni fa, rimasto legato a S.Agata, alla sua gente, alle sue tradizioni, alla sua cultura. Voglio ringraziarvi per l'opera (la considero piuttosto una missione) che svolgete con grande amore e professionalità, per far sentire sempre vivo il sentimento di appartenenza.  

Spesso la sera ed anche la notte, al termine del mio lavoro, prima di coricarmi mi rassereno rivedendo le antiche immagini, foto e quant'altro mi ricorda la mia infanzia (ho rivisto la foto della mia Prima Comunione e, in un'altra, ho riconosciuto mio nonno-foto del 1948). E con l'approssimarsi delle feste rivivo "mattutino", ossia la messa che si celebrava alle 5  (o forse alle 6) nei dieci giorni che precedevano il S.Natale. Io, chierichetto prediletto di Don Donato Pagano, non dormivo la notte per non perdermi la funzione; durante il percorso verso la chiesa (S.Angelo) non sentivo freddo (si vestiva tutto l'anno con i pantaloni corti), non mi impressionava la "neglia", insomma non avevo paura tanto era il mio entusiasmo. E' pur vero che il tempo sbiadisce i ricordi, ma i miei sono protetti dall'immutato affetto verso S.Agata. E con fierezza (contenuta, per non apparire eccessivamente retorico), allorchè rivelo le mie origini, mi accorgo quanto sia conosciuto il nostro paese.

 Salvatore Castello. 

Grazie Salvatore per le belle parole che hai voluto dedicare a noi della redazione

Un abbraccio Nardino Capano