PARTIRE SPERANDO, TORNARE ACCETTANDO
Ciascuno di noi, partito dal paese negli anni sessanta, ha un libro personale stampato nella memoria che non ha mai pubblicato. Il libro di Pietro Paolo Danza, "Partire sperando, tornare accettando", è uno di questi libri, una delle tante storie di emigrazione interna italiana.
Il libro racconta la storia di Andrea, pastore santagatese sposato con Maria che, animato dalla volontà di offrire un futuro migliore ai figli Luigi e Gianni; vende le poche pecore e parte alla volta di Roma, dove l'aspetta un impiego di portiere in uno stabile.
Nelle vicende di questa famiglia, una varietà di sentimenti pervade l'animo dei protagonisti: dal coraggio alla speranza, dalla solitudine alla nostalgia, dalla sfortuna al dolore , dalla rinuncia di un sogno; all'accettazione dei soliti compromessi.
Allontanarsi dal proprio luogo di nascita non piace a nessuno, ma Andrea ha trovato il coraggio di vendere le sue pecore e partire da Sant'Agata di Puglia, perchè animato dalla speranza che " da un povero cespuglio possa venir fuori un frutto squisito". Un pastore che riesce a fare del figlio un medico, quello che il suo padrone forse non riuscirà a fare, nonostante mezzi e raccomandazioni.
Tutti quelli emigrati negli anni del boom economico, ricordano bene le difficoltà di adattamento nelle varie città del nord. Infatti Andrea e Maria "sembrano due piante annose strappate dalla piena terra e messe a dimora in due vasi angusti".
"Chi soffre di più quel forzato isolamento è la moglie che conosce di Roma solo da quanto è visibile dalla soglia del portone e dall'interno del cortile." Lei è aggredita dalla solitudine ed ogni tanto invoca con nostalgia : "Porta Nova bella!" e s'affaccia con la fantasia alla ringhiera a guardare il monte della Croce, la valle del Frugno, Candela, Rocchetta, Lacedonia e il lontanissimo Gargano. Maria, come noi del resto, non capisce "come tanti possano barattare lo stridere dei rondoni con lo stridere dei freni delle macchine".
Capitano, in successione, le vicende più dolorose della storia, come la morte del figlio Gianni per incidente stradale e la scomparsa improvvisa della moglie Maria che scombinano ogni piano familiare.
Il figlio Luigi sceglie di abbandonare gli studi e va a convivere con una vedova, mentre Andrea fa ritorno a Sant'Agata, accettando, ancora una volta, regole e compromessi del luogo: che sia un milione di lire o due caciocavalli e mezzo prosciutto.