(14/10/2018) IL FORESTIERO: STORIA RACCONTATA DA UN ROMANO 45 ANNI FA di Redazione | ||
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IL FORESTIERO Sentii parlare per la prima volta di Sant’Agata di Puglia. tanti anni fa quando conobbi colei che sarebbe poi diventata mia moglie. Ne parlava e ne parla ancora con un amore ed una passione incredibile. Dalle descrizioni sembrava un posto incantato: il castello, le montagne, i boschi, mancavano solo le fate e le streghe. Poi il primo soggiorno in Sant’Agata, le passeggiate lungo il Perillo, la Villetta, a S.Rocco, il silenzio che inutilmente cercavo nella mia Roma, e così per tutti questi anni, quasi un bisogno irrinunciabile verso la libertà dalle costrizioni della vita quotidiana. No più macchine, né smog, né rumori, ma solo silenzio, verde,vallate e montagne a perdita d’occhio. Cominciai a conoscere gli amici dell’Associazione Romana Santagatesi, seguirono gli inviti e le gite, gli incontri conviviali. All’improviso, inaspettatamente, il presidente Antonio Melino mi invitò a far parte del direttivo dell’ A ssociazione stessa. Rimasi perplesso: in fondo ero l’ultimo arrivato e per di più neanche santagatese. Ricordo i miei primissimi esordi, l’affetto di Melino e degli altri consiglieri nel farmi sentire santagatese, le spone a lavorare per l’Associazione, fino ad arrivare all’edizione di questo numero di “ Incontro” che da parte mia vuole essere solo un atto di ringraziamento a chi ha fidato nel mio impegno per l’Associazione e a quanti ( e ne sono grato ) mi hanno offerto la loro amicizia. Concludendo questo mio scritto, una sola cosa vorrei raccomandare: oggi tutte le Associazioni, grandi, piccole, culturali, artistiche, partitiche, ecc. vanno riscoprendo i valori e le tradizioni del passato. Noi abbiamo, tramite questa Associazione, una grande possibilità, quella di essere una cinghia di collegamento tra le tradizioni del passato e il futuro a cui guardano i nostri figli, facendo loro capire che se essi sono, a giusto titolo, figli dell’Europa e del mondo, sono anche nipoti di quella civiltà paesana e contadina ancora ben radicata in lunghissimi strat della nostra società, la quale ha contribuito con notevoli sforzi e sacrifici a migliorare e rendere più vivibile il tempo dei loro padri e quindi anche il loro. Aldo Pacelli anno 1973 | ||