(05/10/2018)
LETTERA APERTA ALLA STAZIONE DI CANDELA - SANT'AGATA DI PUGLIA DI NICOLA LABRIOLA


di Redazione

LETTERA APERTA ALLA STAZIONE DI CANDELA – SANT’AGATA DI PUGLIA

Cara, vecchia ed indimenticabile stazione di Candela . Sant’Agata, ti saluto: come stai? Fai bene a non rispondermi e a guardarmi  dall’alto in basso, con aria di commiserazione, perché, senza dubbio, io sono ingrato.

Ti ho frequentato fino a quando mi hai fatto comodo, cioè nel periodo in cui io ero uno studente povero e un povero  studente e non potevo permettermi il lusso di frequentare stazioni migliori di te.

Non è colpa mia, però, se da circa venti anni non mi sono fatto vivo, perché sono costretto a giovarmi di altri mezzi di trasporto.

Non è che io sia divenuto una persona importante, come tanti miei amici, ma sta il fatto  che non ho più il tempo materiale di viaggiare su quei lenti, rumorosi e maleodoranti accelerati della linea Foggia-Potenza che, un tempo, costituivano il mio lusso e il mio spasso.

Nella mia vita ho viaggiato molto per ferrovia e, pertanto, ho avuto occasione di vedere  e di ammirare molto belle , artistiche e grandi stazioni ferroviarie.

Ma tu, nella tua modestia, con la tua aria campagnola, anzi campestre, mi sei rimasta nel cuore. Ed ora, ricordandomi volentieri di te, ti scrivo questa lettera per riprendere con te, stazione della mia verde età, un colloquio semplice, campestre e direi quasi selvaggio.

Ricordi quando in un giorno dell’inverno del 1932 io scesi, unico viaggiatore , dell’accelerato proveniente da Foggia, per raggiungere Sant’Agata, e non trovai la “ postale “ di Don Ascanio Barbato, perché la mia reazione, a base di innominabili imprecazioni, fu particolarmente violenta e me la presi anche con te, in definitiva, non avevi ne colpa e né peccato?

Quel giorno tu eri avvolta in un banco di nebbia e perciò impassibile, muta e stanca.

Forse, consapevole della tua  impotenza a darmi una mano, mostravi tutta la tua mortificazione per il fatto di non essere collegata con una linea telefonica con il vicinissimo paese di Candela, di non essere fornita né di luce elettrica né di una sia pur modesta stufa a legna che potesse dare al viaggiatore una sensazione di calore in quell’atmosfera fredda  e inospitale,

Quando, pero, io mi avviai verso il bivio con la intenzione di raggiungere a piedi Sant’Agata, come nel passato avevano fatto tanti studenti, si accese una debole luce al primo piano del tuo edificio.

Quella luce mi sembrò un segno di amicizia: mi sembrò che tu volessi richiamarmi indietro e consigliarmi di ritornare a Foggia con il prossimo accelerato proveniente da Rocchetta, consapevole delle difficoltà che avrei dovuto superare per percorre quei diciotto chilometri di salita che  ti dividono dal mio paese.

Ricordi quando, in una giornata di vento impetuoso che sradicava perfino gli alberi, una folata mi portò via il cappello facendolo volare nella campagna circostante ove mi fu impossibile rintracciarlo?

In quella circostanza non imprecai né contro il vento né contro te; ma con distaccata indifferenza affermai, al cospetto degli altri viaggiatori, che non  c’era da preoccuparsi perché avevo altri cappelli e anche di migliore qualità.

Tu, pero, ti accorgesti che io fingevo e mi sembrò  che volessi dire :

“ Non è  vero, che tua hai altri cappelli, e  adesso probabilmente passerai  l’inverno a testa scoperta “

Non puoi immaginare come mi danno ai nervi quelli che continuano a chiamarti “scalo”.

Con documenti alla mano posso dimostrare, coram populo, che tu sei una vera  e propria stazione ferroviaria, sita in un vero e proprio tronco ferroviario che, partendo da Foggia, raggiunge la gloriosa città di Potenza.

Infatti, il tuo nome risulta sull’orario ufficiale ferroviario della Repubblica Italiana; sei fornita di un ufficio di biglietteria che rilascia biglietti su cui è stampato il tuo nome dal Poligrafico dello Stato; hai un ufficio smistamento

NICOLA LABRIOLA Fondatore Associazione Romana  Santagatesi

Tratto dalla rivista INCONTRO 1973

oggi lo stabile della  stazione di Candela - Sant'Agata è diventato un albergo ristorane