(03/06/2018)
FEDERICO II DI SVEVIA, FANCIULLO DI PUGLIA, RE DI CAPITANATA.


di MaestroCastello

Federico II di Svevia amò profondamente il Mezzogiorno d’Italia e soprattutto la Puglia, tanto da meritarsi l’appellativo di “Puer Apuliae” (fanciullo di Puglia).
Il suo interesse per la regione si manifestò alla fine del 1220, nell’ambito di un viaggio attraverso l’Italia, per la riorganizzazione del Regno, intrapreso dopo il suo ritorno dalla Terrasanta (VI Crociata).
Si fermò in Capitanata all’inizio del 1221 che ancora non si chiamava così.
Sembra che l’abbia attratto la possibilità di cacciare con il falcone nelle tante zone acquitrinose del Tavoliere, inoltre la Regione non era troppo lontana dal Regno italico che l’imperatore sognava di restaurare. Comunque, egli non intendeva fare ritorno a Palermo.
Nel 1231, in seguito alla Promulgazione delle Costituzioni di Melfi, nasce la Capitanata, col nome ufficiale di “ Giustizierato di Capitanata “con capoluogo Foggia.
La Capitanata, quindi, è una creazione tutta di Federico II.
Il nome Capitanata deriva da colui che l’amministrava, il Kapitanus.
Federico si sforzò di trasformare la Capitanata in una nuova Conca D’Oro, uguale a quella dove erano vissuti i re normanni; così la Provincia divenne complessivamente la principale residenza Imperiale ( con la Basilicata per i mesi estivi).
Anche la deportazione a Lucera di musulmani di Sicilia nel 1224-25 e nel 1246 contribuì a creare un’atmosfera siciliana.
La Capitanata, dicevamo, fu una creatura totalmente dell’imperatore. Non solo Federico costituì la Provincia, ma le diede un volto originale per farne la Regione Imperiale per antonomasia. Il documento più esplicito in proposito è il “Quaternus excadenciarum Capitanatae”, compilato nel 1249-50, l’unico registro della cancelleria federiciana, ancora conservato a Montecassino.
Il volto della zona, per volere di Federico, muta radicalmente con una varietà di nuove costruzioni per motivi molteplici: di difesa, di svago, e per creare attività produttive nel territorio pugliese.
Per affermare la presenza regia sul territorio, ma anche per scopi di difesa dell’Impero, nonché per i suoi spostamenti e per praticare il suo sport preferito, la caccia; fece erigere e rimaneggiare un considerevole numero di castelli che raggiungeva sistematicamente accompagnato da un seguito di armigeri, falconieri e notabili della Curia e da un folto stuolo di animali esotici.
Spuntarono così castelli federiciani in ogni parte del Regno, ma soprattutto nel Mezzogiorno, quasi sempre sulle alture; a protezione delle città in pianura.
Nel Subappennino Dauno sorsero castelli a Lucera, Troia, Biccari, Bovino, Castelluccio Valmaggiore, Deliceto, Sant’Agata di Puglia, Monteverde oggi in provincia avellinese. Al confine nord-ovest della Capitanata i castelli di Serra Capriola e San Marco Lacatola. 
Il castello più rappresentativo è certamente a Castel del Monte, assurto oggi a monumento nazionale, ordinato nel 1240 e che Federico non vide ultimato.
Non solo castelli, ma anche costruzioni di vario tipo. Oltre al palazzo di Foggia, l’imperatore fece edificare nella provincia ventotto “domus solaciorum” (case di svago), nome dato ai palazzi dove lui poteva risiedere. La più interessante è probabilmente la “domus pantani” Sancti Laurentii, che fece costruire tra Foggia e S. Lorenzo, a pochi chilometri a sud-est di Foggia; non ne resta la minima traccia, ma questo palazzo è documentato dai registri angioini. Era costituito da un certo numero di edifici circondati da mura di cinta e comprendeva anche un parco per la selvaggina e uno stagno artificiale; rievocava i palazzi suburbani edificati dagli emiri arabi e dai re normanni.
L’imitazione della Sicilia portò anche alla creazione in Puglia, ma soprattutto in Capitanata, di aziende produttive demaniali gestite direttamente dalla Curia, secondo un modello di probabile origine siculo-normanna. Si tratta in primo luogo delle “massarie regie”, particolarmente numerose in Capitanata, perché potevano fornire derrate all’Imperatore e alla Curia che risiedeva sul posto. Alcune erano ubicate in città (Foggia, Lucera, Troia), ma la maggior parte era situata in campagna, spesso vicino ad un casale (Versenti o a sud-est di Foggia, Castelluccio dei Sauri, Tressanti).
Talvolta lo stesso insediamento era fiancheggiato sia da una domus che da una massaria.
Le massarie fondate da Federico II, spesso vicino ad un casale, molto meglio documentate in età angioina, erano ubicate generalmente nella pianura.
Infine furono create “Aracie”(stazioni di monta equina) e le “Marescalle” allevamento di cavalli che rifornivano i cavalli necessari alla Curia.
Avrete capito che la Curia era tutto l’entourage di gente che collaborava con l’Imperatore nell’amministrazione dell’Impero.
Con tutte le costruzioni volute da Federico: castelli, domus, massarie, Aracie e marescalle, la Capitanata aveva assunto un volto ed un ruolo del tutto speciale rispetto a tutte le altre province dell’Impero.

maestrocastello

Bibliografia: Treccani. it -