(07/03/2016) " UNA DONNA... UNA MAMMA D'ALTRI TEMPI" di Mario De Capraris | ||
Vita Maria Granato | ||
Nella nostra civiltà delle immagini è imprevedibile il destino che puo’ avere una fotografia. Ancora meno prevedibile è stato quella dell’istantanea della signora Vita Maria, dove l’ignaro fotografo che ha scattato non poteva immaginare ciò che ci avrebbe consegnato: una foto lasciata per anni nel cassetto, dove sarebbe rimasta dimenticata come le migliaia di foto che abbiamo tutti, se non fosse che, postata su questo sito, è passata alla notorietà. Se ci si chiede perché eserciti una tale fascinazione, il motivo non puo’ essere che uno solo: la foto ci rimanda a tutto un mondo che appartiene alla nostra infanzia e che è ormai scomparso, perché Vita è la stessa mamma che ci aveva allattato in mezzo al campo di grano, all’ombra di un olivo, dopo che aveva smesso di mietere o di legare i fasci di grano, oppure che si era appartata tra un covone e l’altro mentre nell’aia si stava trebbiando, madre e lavoratrice quando la donna non aveva diritti né li pretendeva. Vita Maria guarda l’obiettivo, ma non sorride come usiamo fare oggi. Sta allattando, ma il suo pudore è evidente perché nulla della parte scoperta del suo corpo è visibile a chi guarda. Il suo sguardo è quello tipico di chi si lasciava fotografare tanto tempo fa, cioè intuisce che stanno per ritrarla intimamente (quale è in effetti il meccanismo della fotografia) e non è che sia proprio d’accordo a farsi riprendere, perciò guarda diffidente, è poco convinta. Non si mostra come invece siamo soliti mostrarci oggi – noi che viviamo nell’era dell’immagine, siamo padroni del mezzo mediatico e sappiamo esibire disinvoltura e sicurezza mentre ci riprendono, in modo tale che, se vogliamo, riusciamo anche a non lasciar trasparire nulla del nostro intimo. La signora Vita Maria nella foto invece appare come in effetti è, il suo stato d’animo è fin troppo evidente, impegnata nel suo ruolo di madre dove traspare una leggera preoccupazione se non sarà capace di sopportare i propri doveri perché è in un’età ancora troppo giovane, eppure è già consapevole. Guardando i tratti del suo volto, rustico agli occhi di noi moderni, i capelli tirati all’indietro senza che sia passata dal parrucchiere, per noi che proveniamo dagli anni Cinquanta e Sessanta viene spontaneo pensare ai tratti del volto della nostra mamma e trovarvi una somiglianza incredibile. Nella situazione reale lei è parzialmente svestita, è discinta, perché sta allattando, eppure alla nostra visione risulta composta. È impegnata ma acconsente allo scatto del fotografo purché la riprenda dal lato coperto dal vestito. Si vede che avrebbe fatto volentieri a meno di essere ripresa e tanto ha acconsentito per via delle insistenze del fotografo. Attorno e dietro di lei non esiste paesaggio, anche se è all’aperto. Il bambino che ha in braccio, che è parzialmente disteso, è comunque un soggetto marginale perché è lei il centro del tutto. È lei che semplice e innocente nel quadro, simile a un dipinto di un artista, ritratta fortuitamente, senza saperlo ha consegnato un’icona a rappresentare una generazione, un’epoca, il territorio da cui proveniamo. Mario De Capraris | ||