(06/03/2016) IN UN’ESTATE COME TANTE di Mario De Capraris | ||
![]() | ||
IN UN’ESTATE COME TANTE Tempo fa, in un’estate come tante, son venuto a mangiare al ristorante. Era molto dal paese che mancavo. Credete, nella pelle non ci stavo. Smaniavo da molti anni di tornarci mentre mi immaginavo di abitarci. La gente avrei incontrato! Vincenzina, Carmela, zio Vituccio, Michelina. Avrei visto Maria, Tanino, Rocco, gli amici e li paesani tutti in blocco. Lo so che è strano, ma io ero emozionato. Volevo dirlo a tutti: “Son tornato.” “Canosco tutti quanti. Qui son nato” dicevo a chi mi aveva accompagnato. “Son compagni, mi credi? anche li chène. È tipico ‘sta cosa a li paisène.” Non sapevo che un fatto mi aspettava. Non era proprio come immaginava. Non una faccia nota nel locale. Ma sicuro che, andando sul piazzale, i volti familiari avrei trovato. Qui, sentite, la piazza ebbi girato, ma non un solo volto trovai amico, così in cerca degli altri andai sul vico. Mi dissero: “Chi cerchi? Maria e Tanino? È una vita che stanno su a Torino. Chi hai detto? Michela e Vincenzina? Non lo sai che, sì, stanno in Argentina? È morto zio Vituccio. E zia Carmela si sposò e se ne andò in Venezuela.” La casa dell’infanzia, che impressione, nel vedere sprangato lu purtone. (Mario De Capraris) | ||