(03/02/2016)
LA MARTIRE AGATA NEL CUORE DEI SANTAGATESI


di Filomena Marchese

Filomena Marchese 

Ogni anno, il 5 febbraio, ritorna sempre nuova ed attuale la festa di Sant’Agata, patrona della nostra  città di Sant’Agata id Puglia, al cui nome sono legate le radici della comunità civile e religiosa.

La storia della Martire di Catania parte da molto lontano. Agata, nata a Catania nel 238 circa da Apolla e Agatonius Raus, subì il martirio probabilmente durante la persecuzione dell’Imperatore Decio nel 254. Ella suscitò un fascino irresistibile nel cuore del Console Quinziano che la chiese in sposa, ma Agata che aveva consacrato la sua vita ad un altro Sposo, Cristo, rifiutò. Questo rifiuto le costò il martirio, infatti, fu sottoposta a crudelissime sevizie fino all’orribile crudeltà di estirparle le mammelle con le tenaglie.

La tradizione ci ha tramandato le parole che la purissima fanciulla disse al tiranno: “Crudele tiranno non ti vergogni di torturare in una donna quello stesso seno da cui hai succhiato la vita?”.

Il culto si diffuse ben presto  in tutta la Chiesa e il suo nome fu inserito nel Canone romano (Dalla Liturgia delle ore, Vol. III, p. 1280).

Stupendo è il “Discorso su Sant’Agata” di San Metodio Siculo, vescovo, allorchè afferma: “La commemorazione annuale di Sant’Agata  ci ha radunati perché rendessimo onore a  una martire, che è sì antica, ma anche di oggi. Sant’Agata, la nostra santa, che ci ha invitati al religioso banchetto, è la sposa di Cristo. È la vergine che ha imporporato le sue labbra di sangue dell’Agnello ed ha nutrito il suo spirito con la meditazione sulla morte del suo amante divino.

La stola della Santa porta i colori del sangue di Cristo, ma anche quelli della verginità. Quella di Sant’Agata, così, diviene una testimonianza di una eloquenza inesauribile per tutte le generazioni seguenti” (Ufficio delle letture della Liturgia delle ore, Vol. III, pp. 1280-1281).

Questo spargimento di sangue per i valori della fede ci pare un punto fermo che deve far riflettere, specialmente in questi nostri tempi di pluralismo ideologico e di relativismo etico.

Sant’Agata è stata un’autentica cristiana per aver testimoniato la sua fedeltà a Cristo fino al sacrificio della vita.

L’eroica “testimonianza”, la luminosa “presenza”, la sicura “intercessione” della giovane Agata diventa un modello,  un simbolo, un vissuto da conoscere, amare, imitare. Il suo martirio diventa un evento, un esempio, un ricordo che resterà indelebile nella mente e nel cuore di tanti uomini e donne nel corso della storia.

La devozione alla Martire catanese è molto diffusa, non solo in Sicilia, ma anche in varie parti d’Italia, paesi e frazioni portano il suo nome.

Anche per Sant’Agata di Puglia il culto alla Santa Patrona Agata risulta “Ab antiquo”, “Ab immemorabili”. Un tempo questa festività veniva celebrata dal marchese del paese che invitava il clero ed il popolo nella cappella del castello, dove era custodita la statua della giovane Martire, e, in seguito, la suddetta statua fu portata nella Chiesa Matrice di San Nicola ove tuttora ha un altare a lei dedicato.

Per la memoria storica, dopo accurate ricerche, segnaliamo dei documenti importanti come punto di riferimento:

  1. In un documento del 1754, conservato presso l’Archivio di Stato di Napoli, si legge: “Sia lodato per sempre il SS. Nome di Gesù, Maria, sua Madre purissima, gloriosa S. Agata patrona, e S. Nicola, S. Michele ed Apostolo S. Andrea, tutelari di questa terra, nominata S. Agata di Puglia” (Cfr. Catasto onciario V°, 7274).
  2. In un manoscritto del 1911, conservato nell’Archivio Parrocchiale della Chiesa Matrice di San Nicola, firmato da Don Giuseppe Danza, già Parroco-arciprete di questa Chiesa, si afferma che la “Santa Patrona del Paese è Sant’Agata”.
  3. In una lettera del 27 giugno 1987, conservata nell’Archivio della Chiesa Matrice di San Nicola, di Mons. Salvatore De Giorgi Arcivescovo di Foggia-Bovino, si legge: “Si attesta che la Patrona della città di Sant’Agata di Puglia, Comune di appartenenza dell’Arcidiocesi di Foggia-Bovino è la vergine e martire Sant’Agata, la cui festa ricorre il 5 febbraio”.

Con questa convinzione nel nome di Sant’Agata, ieri come oggi, per mantenere viva la devozione in suo onore, vengono organizzate celebrazioni, manifestazioni, iniziative, come le “devozioni” di pani azzimi a forma di mammelle (re mmènne re Sant’Agata), preparate dalle donne componenti il Comitato “Pro festa di Sant’Agata” e distribuite in segno di devozione ai fedeli.

Così la storia cede il passo alla tradizione, la religiosità al folklore, stringendosi alla bella statua, venerata nella Chiesa Matrice di San Nicola, vera immagine che il popolo santagatese riconosce da sempre e nelle tenaglie con la mammella, che indicano il martirio di Sant’Agata, la fede diventa messaggio e comunicazione di ideali, impegno, testimonianza di vita.

 Comitato “Pro Sant’Agata”

Presidente: Daquino Luigia

Segretaria: Marchese Filomena.

Componenti: Daquino Lina, Guerino Enza, Monaco Vittoria, Agnelli   

                     Gerardina, Mocciola Eleonora, Morese Antonia, Tridentino

                     Teresa, Tridentino Angela, Monaco Angela, Viola Cristina,

                     Fabiano Gerardina, Lavanga Giuseppina, Noviello Concetta,

                     Fiano Marianna, Maruotti Michela. 

INNO A SANT’AGATA                                                              

Discepola perfetta

dell’unico Maestro

hai sempre camminato

sul’orme del Diletto,

lo sguardo volto al cielo

le mani aperte a tutti.

 Rit. O Vergine Sant’Agata

        dischiudi i nostri cuori

        ai frutti dello Spirito

        amore, pace e gioia.

Sorella, amica e sposa

dell’unico Signore

in pieno hai condiviso

col sangue del martirio

il patto suo d’amore

a gloria del Dio Trino.

Rit. O Vergine Sant’Agata…

La grazia e la virtù

ti rendono un modello

di vera santità.

amabile, ci colmi

di gioia e di speranza

ci schiudi a carità.

Rit. O Vergine Sant’Agata… 

(Testo di Mons. Donato Coco,

 Musica del Maestro Aldo Maglietta)