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Artemisium News
15/04/2019
DA 50 ANNI IN CRIPTA
Intervista al Maestro Enzo Liberti,autore della Passione nella Chiesa Matrice di Sant`Agata di Pugliadi Filomena Marchese
di Filomena Marchese
Autoritratto del Prof.Enzo Liberti
Un capolavoro di arte sacra conservato nella Chiesa di San Nicola
Ricordare un anniversario, triste o lieto, è sempre motivo di riflessione, occasione di incontro, veicolo di messaggio. Se poi questa data riguarda un’opera ancora valida ed attuale nel tempo allora le motivazioni si accrescono per dire la nostra gratitudine a chi ha lasciato alla comunità un segno concreto che rimane nel tempo e nella storia del proprio lavoro, del proprio “talento”.
Il 50° anniversario dei dipinti della “Passione del Signore”, opera di eccezionale valore artistico del Prof. Enzo Liberti vuol essere un’occasione per rinnovare a questo artista la gratitudine, la riconoscenza e il ringraziamento del popolo santagatese e di numerosi visitatori che sono passati per la Cripta di San Nicola in Sant’Agata di Puglia che hanno goduto e godono di questo meraviglioso capolavoro di arte sacra. Intervista al Maestro Enzo Liberti
Maestro Liberti, le chiediamo perché ha dipinto la Passione del Signore?
Dopo aver eseguito la Cappella per Gesù morto negli stessi locali, mi fu commissionato di affrescare i locali antistanti. E’venuto spontaneo e naturale il pensiero di presentare in pitture le sofferenze che hanno condotto a quella “morte”.
Accade lungo i secoli che un uomo sia chiamato ancora a raccontare questa Storia con i colori: ha sempre lo stesso fascino, se pur ripetuta mille volte, e parla sempre sensibilmente, se pur non ha mai voce.
Quell’uomo la sente per primo, quando, appagata la gioia della richiesta e tranquillizzate le esigenze della vita, si dispone a meditarla, vagando per i campi dell’arte. Tutto si rinnova nella sua fantasia: i personaggi tornano a muoversi, ad agire, a soffrire. Poi, nel momento più sensibile, sorge l’ispirazione e sarà la parola che udranno gli altri.
Allora l’uomo intinge i pennelli e li passa, narrando, sui muri. Questa volta la Storia è stata raccontata nella Cripta della Chiesa Matrice di San Nicola in Sant’Agata di Puglia.
Scendendo nei locali sottostante la chiesa di San Nicola e sostando in quell’ampio spazio, intravidi una possibilità che probabilmente non avrei più avuto la sorte di incontrare: svolgere la Passione di Gesù sulle pareti, presentandola in modo nuovo e più aderente alla realtà storica in cui si era svolta; unirla anche ai dolori della Madre sua e a quelli dell’umanità in un’unica visione redentrice. Un’idea ammaliante che in poco tempo riuscì a rimuovere in me ogni indecisone, pur comprendendo che mi sarei tuffato in un lavoro lungo, paziente e spossante, 1 però quello che ferveva nell’immaginazione era ormai troppo attraente per lasciarmelo sfuggire.
Mi misi allora a studiare i temi da svolgere, fra ricerche e consultazioni, unite a contatti con alcuni della Sindone. L’approfondimento dei testi evangelici, poi, mi fece dedurre che erano rimasti come serrati in un inspiegato ed ingiustificabile abbandono, da quando una lunga tradizione pittorica e scultorea aveva come standardizzato e reso ufficiale ogni episodio del loro racconto. E proprio dai Vangeli mi sono giunte le più chiare indicazioni.
A chi visita la Cripta con i suoi dipinti vorremmo che Lei presentasse questa sua opera nel suo insieme come guida per una chiave di lettura completa?
Tutto il vano si può dividere in due parti in fondo vi è la Cappella di Gesù morto, opera di architettura e scultura che avevo già eseguita 10 anni prima, poi i dipinti. I dipinti comprendono due parti: “l’avvenimento storico” e “i dolori della Madonna”.
L’avvenimento storico, è tutto assorbito dal ricordo della passione e morte di Gesù. I vari episodi delle sue ultime ore girano sulle pareti da sinistra a destra. Le scene si abbassano quasi fino al pavimento, così che i personaggi dipinti vengono a trovarsi all’altezza del visitatore. Al disopra dell’avvenimento storico ho disposto “i giorni della Settimana Santa”.
Questa zona è divisa dalla parte sottostante per mezzo di una fascia di musica gregoriana con testine di maiolica atteggiante al canto, i brani in italiano si alternano in riferimento a ciò che sta di sopra o a ciò che sta di sotto. Nella raffigurazione della Settimana Santa sono rimasti la testimonianza e il ricordo dell’antica Liturgia, come veniva celebrata prima della riforma che è scaturita dopo il Concilio Vaticano II.
Sotto la volta c’è il richiamo al Redentore, dove quattro gruppi di figure alate, seduti su nubi a due a due, e uno reca contro il petto una targa che porta trascritte le frasi del “Popule meus” del Venerdi Santo, l’altra le commenta in atteggiamento di tristezza.
La seconda parte, dedicata ai “dolori della Madonna”. Sono presenti le matrici o le sorgenti di tutte le tribolazioni che fanno gemere e trasformano la terra in distesa di pianto. Ci sono poi debolezze e colpe che ugualmente procurano pene e fanno implorare aiuto alla Madonna, madre di Dio e madre nostra.
Per la realizzazione di questa opera quanto tempo ha impiegato?
L’esecuzione dell’opera ha comportato oltre tre anni e mezzo di lavoro per ricoprire diverse decine di metri quadrati di pareti e volte.
E’ occorso scendere laggiù centinaia e centinaia di volte e rimanerci, durante tanti mesi, senza un soffio di aria pura, con i polmoni saturi di polvere e gli occhi abbacinati dalle lampade. Il corpo si è piegato in tutte le posizioni. Ho patito anch’io la mia piccola passione, meglio assaporando quella che andavo 2 dipingendo: passione di ansia, di sofferenza, di disagi, passione di pazienza per l’impazienza degli altri. Ho fatto tutto da solo senza neanche l’aiuto di un ragazzo che reggesse i barattoli o lavasse i pennelli: chi si occupa di arte spesso non sopporta la compagnia. I lavori mi furono commissionati dalla Confraternita di Gesù morto che sosteneva le spese. Con tanti sacrifici da affrontare senza alcun miraggio di guadagno, ho voluto solamente fare una specie di apostolato laico attraverso la pittura.
Dipingendo la Passione del Signore quale messaggio ha voluto trasmettere?
Nel raccontare la Passione ho avuto modo di mostrare il grande amore di Gesù nell’effettuare la Redenzione dell’umanità. Questo grande messaggio in tanti modi può essere mostrato; ma ho pensato che specialmente un’opera di pittura poteva indicarlo e mostrarlo. E l’ho fatto. L’avere innanzi Gesù dal Getsemani alla sepoltura, il notare i dolori della Madonna, di dare uno sguardo alle storture della giornata umana possono costituire un duraturo ricordo, e procurare un salutare richiamo alla preghiera in chi esce dalla Cripta.
Nei sipinti compaiono diversi personaggi: sono reali, presi dall’ambiente cittadino santagatese? 
I personaggi che figurano nelle varie pitture la maggior parte sono di Sant’Agata di Puglia, copiati dal vero. All’inizio incontrai molta difficoltà, le persone erano restie, ma poi in poco tempo il vantaggio di venir fissati su quelle pareti cominciò a propagarsi in paese e finii per non trovare più ostacoli. Anzi, assai spesso mi avvicinavano persone di vario genere e mi dicevano di raffigurare il figlio o il nipotino.
Certo, sarebbe bello ricordarli tutti, ma a distanza di tanti anni non riesco più a ricordare i loro nomi o soprannomi! Ma forse quello che conta è sapere solo che questa “Passione” rivive per la presenza di parecchi cittadini, piccoli e grandi, uomini e donne, che l’hanno fatta come riemergere da un passato così lontano, col rendersene essi stessi i co-protagonisti effigiati.
Lei ha realizzato a Sant’Agata numerose opere di pregevole valore artistico a quale di queste è particolarmente legato? 
A Sant’Agata di Puglia posso dire che ho dato inizio alla mia carriera artistica. Ho realizzato molte opere come: il quadro sull’altare della Cappella del cimitero, i dipinti sulla volta della parrocchia di Sant’Andrea Apostolo, della Chiesa della SS. Trinità, il portale di bronzo della parrocchia di San Michele Arcangelo e poi le Via crucis, il quadro del Cuore di Gesù, le due porte di bronzo della Chiesa Matrice di San Nicola sono legato a tutte queste opere, però quella che mi sta maggiormente a cuore è la Cripta, sia per il soggetto sia per il tempo impiegato. In particolare alla scena della flagellazione di Gesù curvo su di una colonna. Non avevo mai visto la Sacra Sindone dal vero e al II Congresso Internazionale 3 sulla Sindone, che si è svolto a Torino durante l’ostensione del 1978, i due scienziati americani della NASA, Dottori John P. Jackson ed Eric J. Jumper, hanno portato la dimostrazione che Gesù era stato curvo su qualcosa durante la flagellazione. Fu assai commovente l’abbraccio che seguì alla presentazione che feci della scena da me dipinta, già oltre 20 anni prima, esattamente secondo la loro scoperta. L’arte e la scienza per vie diverse si erano incontrate.
Siamo riconoscenti al Prof. Enzo (Lorenzo) Liberti che mette a disposizione di tutti il dono delle sue mani e del suo cuore: il dono della fede diventa un invito gioioso e sereno per una contemplazione religiosa, per avvicinarsi fiduciosi all’amore di Dio che continua a chiamare ogni uomo.
Grazie ancora una volta Professore, per una così grande opera donata alla nostra comunità santagatese ed a quanti visitano la nostra bella Cripta.
Video: La Cripta della Chiesa di S.Nicola

Altre Foto:
La Crocifissione
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