LE STATUE DI SAN CARLO
C’è un articolo dell’Associazione Santagatesi di Roma pubblicato qualche anno fa sulla rivista “L’incontro”, ripreso da SNM, in cui sono riportate le chiese che ospitano le statue sfrattate dalla chiesa del convento di San Carlo. Statue che, proprio per essere state sfrattate, si ritrovano ad essere interessanti, e perciò qualcuna è doveroso andare ad ammirarla nella prossima gita al paese. Tra le altre, la statua di San Carlo si trova nella chiesa di Sant’Antonio, quella di San Pasquale alla Madonna dell’Arco.
Sempre nello stesso articolo si legge delle autorità che si sono succedute nel tempo nell’avere a cuore le sorti del convento di San Carlo, dopo che il terremoto del 1851 (che aveva avuto i maggiori effetti nel Vulture, però qualche conseguenza era arrivata fino a Sant’Agata) lo aveva reso particolarmente malandato.
Addirittura il sacerdote Lorenzo Agnelli scriveva:
“….. se l’edificio cadesse, le rovine ci griderebbero contro e sempre.”
Figuriamoci come ci grideranno adesso che le abbiamo proprio fatte sparire.
Dopo che gli ultimi monaci erano andati via, una parte del convento fu usata come lazzaretto per un’epidemia di vaiolo. In seguito alcuni locali furono trasformati in mattatoio pubblico. Inoltre, addossandola al fabbricato, venne costruita una stalla di sosta. Ma fu il podestà Donato Barbato prima del 1930 a nutrire più di un progetto per la costruzione. Tra i suoi appunti si legge tra l’altro:
“….. in un prossimo domani la Scuola applicata dei giovani contadini con l’annesso Campo Sperimentale impiantato nel deserto giardino…. e di altre discipline…”
Infine il successivo podestà Samuele Danza chiese fondi al Genio Civile di Foggia per ricostruire il convento, ma senza successo.
In ultimo, sempre nello stesso articolo, si legge che il 17 maggio, festa di San Pasquale, la gente si recava a fare merenda sul piano di San Carlo, dove tra gli altri passatempi si procedeva alla rottura del tarallo di melazzo con il sedere, usanza che ignoravo, come non so nemmeno cosa è questo tarallo di melazzo.