(11/01/2018)
LA POVERTA' DELLA RICCHEZZA


di Mario De Capraris

Il programma andato in onda una di queste sere sulla Rai a proposito delle biciclette di Copenaghen ha prodotto un paradosso: noi meridionali europei che ci teniamo ancora strette le auto nelle nostre città (ricchi proprietari di costose macchine) abbiamo invidiato i settentrionali europei che hanno cacciato via le automobili dalla loro città e per muoversi usano le bici (poveri, per scelta, possessori di bici). Di fronte a quei danesi che si muovevano a frotte su centinaia di chilometri di piste ciclabili ben costruite e ben mantenute, ci siamo sentiti appartenere a un popolo arretrato ancora da civilizzare.

Ma i settentrionali europei hanno capito qual è la vera ricchezza, che consiste nel preservare il pianeta non usando i combustibili fossili che inquinano, oltre che praticare un sano esercizio e avere un paesaggio non occupato da lamiere.

Qualcuno dirà che in fondo non viene usato un mezzo moderno bensì antico perché non ci volevano certo i danesi a scoprire la bicicletta, ma il loro merito è averci creduto. Infatti il 75 per cento della popolazione va in bici, mentre nel nostro meridione ci va lo zero per cento.

Succede che di tante cose, che fino a un momento prima si apprezzavano, poi tutt’assieme se ne scopre il rovescio della medaglia. Metti le automobili: che cosa straordinaria che aveva inventato l’uomo. Una protesi che ti permetteva di spostarti in breve tempo. Una distanza che prima ci volevano giorni con la carrozza, con la macchina ci mettevi giusto qualche ora. E poi un bel giorno si scopre che le auto seminano nell’aria le polveri sottili PM10 e PM2,5, CO2, metalli pesanti e tutta la compagnia di gas tossici derivanti dalla combustione dei carburanti.

Altro grande mito: il camino. Almeno quello di una volta. Il camino aveva quell’aria così accogliente che faceva tanto famiglia. La legna che bruciava aveva un odore così dolce, col gatto che veniva vicino a scaldarsi, la pignata dei fagioli poggiata accanto ai tizzoni ardenti. Quando entravi in casa dicevi: “Ecco l’odore di casa mia.” Col camino facevi di tutto: cucinavi, ti scaldavi l’acqua, prendevi calore. A volte succedeva che la canna fumaria non tirava bene e il fumo si spandeva per la casa però, che c’entra, era solo odore di legno. E invece poi hanno detto che quell’odore in effetti erano le sostanze prodotte dalla combustione perché pare che la legna quando brucia è peggio del carbone tra particolato e ossidi di azoto.

E adesso veniamo ad uno dei più grandi miti dell’era moderna: la plastica. Come sappiamo, la plastica si è prestata agli usi più nobili e svariati. E fino a qualche anno fa nessuno si sarebbe mai sognato di addebitarle qualche difetto. Senonché un giorno si è scoperto che nell’oceano si era formata una nuova isola interamente fatta di plastica, gli uccelli morivano per aver ingerito plastica, i pesci la scambiavano per plancton, l’acqua dei mari era mista a minuscole particelle di plastica, l’uomo anche lui se la mangiava.

In ultimo non poteva mancare il fumo, quello della sigaretta. Anni fa fumavi e nessuno cercava di farti smettere. Quando i figli cominciavano a fumare, per rispetto non lo facevano davanti ai padri. Era permesso loro di fumare in famiglia quando erano diventati veramente grandi e il fatto che fumassero (non si diceva vizio) veniva accettato come segno di maturità. Poi il fumo è stato criminalizzato come volevasi dimostrare. Ma a proposito del fumo una delle prossime volte vi racconterò ciò che mi succedeva quando avevo per amici due accaniti fumatori.