Vogliamo ricordare Don Lorenzo Agnelli, Sacerdote Poeta e Scrittore santagatese illustre, nato a Sant'Agata di Puglia il 6 gennaio 1830 morto a Sant'Agata 7 agosto 1904.
A lui è intitolata la biblioteca comunale di Sant’Agata, ma chi era adone Lorenzo Agnelli?
Fu scrittore versatile fin da giovanissima età. Si interessò di letteratura, di insegnamento pubblico e privato, della questione sociale, di storia, linguistica, economia, agricoltura, pastorizia, ambiente e tradizione popolare.
Si adoperò per l’educazione dei giovani e il riscatto morale e materiale della classe contadina, per la promozione civile e culturale del Mezzogiorno d’Italia.
Dopo una vita spesa all’insegnamento in giro per l’Italia, si ritirò a Sant’Agata, dove fu parroco di San Michele Arcangelo.
Morì all’età di 74 anni.
Ho tradotto in prosa questa sua poesia che è un suo profilo personale.
DON LORENZO AGNELLI
Anch'io sono nato su una collina (Sant'Agata)
che si estende tra i torrenti Speca e Frugno,
come un gigante vigile,
volge lo sguardo verso occidente,
alle estese pianure della Daunia
e ascolta il secolare riposo
tra le colline boscose.
Una vetta fortificata (il Castello)
fa da cappello ad una fortificata rocca,
che ora è dedita ai dolci affetti
di famiglia (ai santagatesi),
mentre un tempo era combattiva
e attenta guardiana dei nemici
del potere dei baroni dominanti.
Il mandriano ed il pellegrino
che vagano per le pianure pugliesi
ricche di grano, l'ammirano
da ogni posizione e il sole dorato
che sorge dal mare adriatico
l'incorona da mattino a sera
con i suoi raggi fertili.
Il clima dei monti, là, mi rapì l'anima,
svegliò il mio genio e spinse il cuore
a nutrire sensate speranze (del futuro)
che dettero l'indirizzo alla mia fanciullezza,
e ancora ricordo le gioiose amicizie
legate a questa terra che per prima
mi vide piangere e mi vide sorridere.
L'amore è un fuoco inesauribile della nascita
che illumina i nostri giorni, che li rischiara
in ogni avvenimento della vita,
tra sospiri e speranze,
fino a rendere verità nel giorno eterno.
Oh! Voglia il cielo! Che le ossa mie,
un giorno, riposino in pace
accanto a quelle paterne
e sentano l`amor che si ravviva
nella pace degli affetti riuniti.
O collina pugliese, ti saluto:
anche quando l'anima stanca
del suo fragile corpo umano
lo lascia in pace e vola per sentieri
sconosciuti, sospirando nel pensiero
di Dio e nello splendore di cose nuove;
ugualmente ti rivedo e ti saluto:
la memoria del periodo iniziale,
fatto d'innocenza, sopravvive
eterna allo spirito.
Dal Libro Cultura e società del Mezzogiorno nell`opera di Lorenzo Agnelli di Dora Donofrio