(05/01/2018)
LA BEFANA SAND'AHETESE


di MaestroCastello

 

La befana Sand’Ahetese

 Éja notte e na vecchiazza
 stè passànne pe la chiazza,
 cu na césta chiéna chiéna
 e na gobba a mmèzza schéna.

 Na crijatura sòla sòla
 aspètta sòtte a re lenzòla,
 éve appèse la calzètta
 propria ngìmma a la buffètta.

 Vôle èsse rescetèta
 quann'arriva ra la strèta,
 e arrèsta lu respìre
 quanne sènde nu rumòre.

 La Bèfana, figlia mia,
 vène sémbe cu la scruija,
 métte rulge a chìre buòne;
 mèndre a l'alde, li craùne. 

La Befana è la figura mitica, per eccellenza, della nostra tradizione popolare che gratifica la fantasia infantile. Questo personaggio, frutto di pura fantasia popolare, anche se affonda le radici nel paganesimo, oggi personifica la festività dell’Epifania che, in ambito cristiano, ci ricorda l’omaggio di doni che i Re Magi fecero a Gesù Bambino. E’ risaputo che sia festa per bambini, ma quanti adulti non ambirebbero a trovare, in una calza ideale, la soluzione a tanti problemi quotidiani? Non è un caso che proprio la sera della Befana si estraggano i numeri della lotteria nazionale che premia qualcuno che magari si scorda di ritirare il premio e illude tanti sognatori. Avete fatto caso che in questo periodo di crisi generale siano incrementati i partecipanti ai giochi di fortuna: superenalotti milionari, gratta e vinci, pacchi alla televisione, riffe perfino dalla parruchiera; insomma ognuno si illude di poter svoltare con una sola botta di…. fortuna! Mi chiedo: “ma stiamo proprio così male?” Ci lamentiamo per qualsiasi cosa che non abbiamo : amori, soldi, opportunità, felicità ecc…; ma ci sono ancora persone che sanno apprezzare le cose che già possiedono? Ho letto da qualche parte questa frase di saggezza :“Mi sentivo triste perché ero senza scarpe, finché un giorno ho incontrato per la strada uno che era senza piedi”. Verità terrificante che ci dovrebbe far tenere stretti i tesori che la vita ci ha donato e lavorarci sopra, in direzione di noi stessi e anche di chi ci sta intorno. Capiremmo una buona volta che la felicità non va confusa col sentimento di soddisfazione del piacere che è sempre legato al denaro e siccome è improbabile arricchirsi con l’onesto lavoro; ognuno pensa che non potrà mai essere felice. Un cardiochirurgo umbro che ha vissuto la malattia anche dall’altra parte, prima della sua scomparsa, ha scritto di come la malattia gli abbia permesso di apprezzare la gioia delle piccole cose: "La vita è calore ed io, oggi, assaporo ogni cosa, che sia un raggio di sole, un colore, un cibo, delle acque calde, un sorriso o il conforto di un abbraccio" 
Le definisce sensazioni intense:"Apprezzare e godere di un tramonto, dei colori del Tevere sotto casa in autunno o la spiaggia di Fano deserta e battuta dal vento e dalle onde". 
L'autore riferisce di aver provato nuove sensazioni e di aver vissuto nuove emozioni, di aver passato giornate incantevoli grazie a una nuova consapevolezza che gli ha consentito di capire quali siano i veri valori della vita. 
Che dire allora? La befana per noi grandi sia, domani, vedere la gioia sul volto dei nostri bimbi mentre scavano regali dalla calza appesa al caminetto.
Buona vita!
maestrocastello.