LA POSTALE
Questa strada è Via Silvio Volpe, la strada che portava al garage di Barbato. Per quelli che hanno qualche anno alle spalle, questa strada era la strada pe ggì a pigliè la postale.
Quanti ne ha visti partire diretti a Torino, a lavorare alla Fiatta.
Da qui si andava semplicemente alla stazione di Candela o diretti a Foggia. Mi sembra che ci fosse una corsa anche per Ariano Irpino.
Qui la famiglia piangeva nel salutare il papà che, armato di valigia di cartone, andava a cercare fortuna sù al Nord.
A Foggia andavano in tanti a sbrigare faccende: " Andó vèje, cumbè?"
Risposta ricorrente: "Vèche affè nu servìzie a Foggia".
Noi ragazzini, venivamo di proposito ad aspettare la postale con l'idea di portare la valigia a qualcuno, pe n'abbuschè na còsa re sòlde.
Nelle sere d'inverno ci appendevamo al muretto prospiciente il garage ad attendere che la postale comparisse sulla strada di fronte, quella che costeggia il Monte Cróce. "PARIPA-RIPA!", il primo che la vedeva dava l'annuncio a tutti quelli in attesa: " La vì, éja arrevète a re tré cùrve!"
Mi si allarghèva lu côre, pecché avrei rivisto mio padre in ritorno da Foggia. Ero piccolo e già soffrivo la lontananza di un familiare e pensare che, più grandicello, sarei stato io a viaggiare spesso su una postale e nessuno sarebbe stato ad aspettarmi.